“Ma l’amore, quello con la A maiuscola, è sufficiente a tenere insieme due persone per la vita? Siamo portati a credere che siano i beni materiali, le proprietà da condividere e poi da dividere, a venare le relazioni di segreti, egoismi e meschinità. Ma non potrebbe essere vero anche il contrario? Quei “beni materiali” non sono delle maniglie a cui aggrapparsi di fronte ad una crisi? L’amore e basta invece espone ad un rischio strisciante e insidioso, che oggi s’è fatto ancora più marcato, organico”
Sono parole di Sergio Rubini, alla Festa del Cinema di Roma nella selezione ufficiale per presentare il suo nuovo “Dobbiamo Parlare“, dove Vanni, scrittore affermato di cinquant’anni condivide un attico in affitto con Linda, trentenne che collabora come ghost writer ai romanzi dell’uomo. A differenza della scelta di convivere della coppia, i loro amici più vicini, Costanza e Alfredo, noto cardiochirurgo, sono sposati e benestanti e affrontano il matrimonio come fosse una società per azioni. Quando questi irromperanno una sera nella casa di Vanni e Linda per raccontar loro che Alfredo ha un amante, sarà il momento per tirar fuori una serie di recriminazioni represse lungo tutta una notte, miccia per innescare rancori insospettabili in entrambe le coppie.
“Relativizzare l’amore – aggiunge Rubini – significa piegarlo, impoverirlo fino ad annullarlo. Certo in natura l’amore esiste, nella sua naturalità ogni essere è spinto incontro a un altro; ma se arrivano le parole c’è il rischio che si cominci a scavare fino a raggiungere pericolosamente quella linea d’ombra, in cui forse l’unico amore è quello per se stessi, per la vita che ci è stata data. Allora bisognerebbe non parlare? Muti come i pesci? E se anche i pesci parlassero?»
Il film è interpretato da Fabrizio Bentivoglio, Maria Pia Calzone, Isabella Ragonese e lo stesso Sergio Rubini.