venerdì, Novembre 22, 2024

La tete haute (Standing Tall) di Emmanuelle Bercot a Cannes 2015

Cannes 2015 è stato inaugurato ieri sera alle 19:45 subito dopo la cerimonia d’apertura, con la prima de “La tete haute“, nuovo film di Emmanuelle Bercot (Student Services, Elle s’en va) che ancora una volta mette al centro relazioni famigliari disfunzionali, su quel bordo pericoloso tra formazione e abuso che attraversa tutto il suo cinema, anche quando è scritto per altri.
Il suo nuovo lavoro racconta di un adolescente abbandonato all’età di sei anni dalla madre. Malony entra ed esce dai carceri minorili, mentre una famiglia adottiva cresce intorno alla vita di questo giovane delinquente: Florence, un magistrato donna che lavora con i bambini e che sta per andare in pensione e Yann, anche lui sopravvissuto ad un infanzia durissima. Insieme seguono il percorso del ragazzo e cercano invano di salvarlo. Malony sarà inviato in un centro educativo con regole molto più ferree dove incontrerà Tess, una ragazza giovane molto speciale che gli mostrerà che ci sono ancora buoni motivi per continuare a sperare.

Catherine Deneuve, che nel film interpreta il giudice Florence Blaque, in conferenza stampa ha detto di aver trascorso un periodo consistente tra i tribunali francesi per preparare il suo ruolo, rimanendo stupefatta dalla pazienza e la dedizione che in certi ambienti si dedica ai bambini, venendo  così a conoscenza di ambito non così duro come si era immaginata di trovare: “puoi affrontare un lavoro del genere solo se hai una vocazione specifica” ha detto l’attrice francese, “questi ragazzi non parlano molto, sono chiusi nel loro mondo e sanno bene di trovarsi in una condizione marginale. Ci sono molte persone coinvolte in un ruolo di questo tipo che fanno moltissimo per aiutarli, anche se non è certamente possibile salvare tutti

La Bercot è praticamente la seconda regista donna che ha aperto il festival di Cannes, una scusa che è servita ad alcuni giornalisti per fare la classica domanda sul ruolo delle donne nel cinema francese: “Non mi sento affatto in minoranza nel contesto francese, come donna non sento di subire alcuna discriminazione, le donne sono ben rappresentate in patria. Posso capire che in altri paesi non sia affatto così; siamo probabilmente molto meno a livello numerico rispetto ai registi uomini, ma le cose si stanno muovendo nella giusta direzione.”

L’idea del film viene alla Bercot grazie ad alcune circostanze precise della sua vita, uno zio che lavorava come consulente psicologico per gli adolescenti e che andò a trovare da bambina, in Bretagna, quando stava seguendo un programma di riabilitazione per giovani criminali: “come ragazzina che proveniva da un contesto molto più agiato, sono rimasta colpita dal comportamento di questi ragazzi che non avevano avuto la mia stessa fortuna, ero affascinata dalla loro insolenza e dalla loro propensione alla ribellione contro quelle che erano le convenzioni sociali imposte dall’autorità. Ma allo stesso tempo ho osservato con attenzione il lavoro di supporto di quelli come mio zio, che cercavano di riportare questi ragazzi sulla retta via, offrendo loro degli strumenti e insegnando loro ad amarsi e ad amare gli altri. Quando François Kraus e Denis Pineau-Valencienne entrambi di Les Films du Kiosque, grazie ai quali ho realizzato Mes Chères Etudes per Canal +, mi hanno detto nel 2009 che volevano nuovamente lavorare con me, ho proposto loro questo progetto, che appunto avevo in mente da moltissimi anni

Anche per questo motivo, l’idea di coinvolgere Catherine Deneuve, viene alla Bercot con l’intenzione di avere una figura solida come personaggio che interpretasse il giudice, anche perchè “mio zio”, ha detto la Bercot in varie occasioni “collaborava in quegli anni con una donna vicina alla pensione, che mi ha direttamente ispirato per la realizzazione del film

Per tutti gli aspetti legati alla ricerca, che la Bercot ha assimilato a quella di un documentario, come ha detto chiaramente in conferenza stampa, è stata importante la collaborazione con la sceneggiatrice Marcia Romano, con la quale ha frequentato la stessa scuola di cinema e che aveva già scritto il suo primo cortometraggio, Les Vacances. Dopo essersi perse di vista, si sono incontrate nuovamente in occasione di questo progetto, e il suo contributo, come ha detto la Bercot “è stato fondamentale per la resa definitiva del film. Io ero molto attratta dall’idea del trio, ovvero il giudice, lo psicologo e il delinquente, e mi immaginavo il tutto da un punto di vista decisamente più romantico e finzionale, seguendo quelli che erano i piccoli crimini del ragazzo. Al contrario, Marcia, mi ha convinto ad abbandonare questa impostazione, rimanendo decisamente agganciata ad un approccio più educativo, legato al processo di educazione stessa, cercando di evidenziare quelle difficoltà che chi sostiene questi ragazzi, incontra lungo il percorso, anche per questo l’azione avviene per lo più in interni, negli uffici

Malony, il ragazzo protagonista del film è interpretato dall’attore Rod Paradot, diciottenne quando ha affrontato le riprese e scoperto dalla Bercot mentre stava svolgendo un apprendistato come falegname: “aveva un volto puro, molto infantile e allo stesso tempo l’intonazione di un uomo comune, aspetto che per me era essenziale

Un lavoro intenso quello della Bercot con Rod Paradot, anche in termini di scrittura, perché concepire un personaggio di quel tipo non è stato facilissimo, sopratutto per mantenere quell’equilibrio necessario a renderlo appetibile per il pubblico: “volevo che gli spettatori capissero le sue debolezze, le ferite, le sue difficoltà“. La Bercot ha anche detto che l’aspetto più difficile è stato quello di consentire a Rod Paradot di comprendere e interpretare la violenza di Malony, personaggio con un carattere opposto all’attore, al contrario molto timido e calmo.

La stessa Deneuve, nel descrivere il lavoro di Rod ha detto di essere stata molto colpita dalla fragilità dell’attore e allo stesso tempo dalla sua confidenza con gli aspetti più rabbiosi di Malony: “è molto commovente vederlo recitare; ha un volto infantile molto dolce ma allo stesso tempo le scene dove deve affrontare le tendenze più violente del personaggio, sono incredibili, la sua rabbia e il suo dolore esplodono in modo molto potente

Redazione IE Cinema
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