Dopo 15 anni passati in prigione, Ziad combatte per ritrovarsi nella Palestina di oggi e sostenere il ruolo di eroe che si ritrova cucito addosso. Incapace di distinguere tra realtà e allucinazione, Ziad crolla e ritorna là dove tutto era cominciato. Nella lunga notte in cui deve decidere cosa fare, l’uomo cerca se stesso e una risposta alla vita senza speranze del suo popolo. “La dipendenza dei prigionieri in isolamento per la propria fantasia come una tecnica di sopravvivenza ha colpito la mia immaginazione e ha largamente influenzato la storia di Mazak. Il film è ambientato nel contesto del conflitto tra Israele e Palestina, ma si connette a una narrazione più universale che riguarda la prigione, la tortura e la lotta contro la propria immagine e il riflesso che sta nel nostro cervello”