Valerie Donzelli porta a Cannes per il concorso ufficiale il suo ultimo Marguerite & Julien ispirato ai fatti che nel 1603 videro Marguerite e Julien de Ravalet condannati per adulterio e incesto. Interpretato da Anaïs Demoustier e Jérémie Elkhaïm, co-sceneggiatore insieme alla Donzelli, il film è basato, in forma del tutto marginale, su una sceneggiatura scritta da Jean Grualt nel 1973 per Truffaut e mai realizzata.
Attraversato da uno spirito musicale tipico del cinema della regista francese, il film abbandona la fedeltà dell’ambientazione storica scegliendo la via di un musical non convenzionale e basato su evidenti contraddizioni: “non volevo fare una ricostruzione – ha detto la regista in conferenza stampa a Cannes – ma fare un adattamento, aggiungendo elementi personali e in contrasto con gli anni in cui è ambientato, per creare una sorta di universo fiabesco. Ho potuto sperimentare grazie anche ad un budget più consistente del solito”
Anaïs Demoustier che interpreta Marguerite, ha raccontato quanto il personaggio sia stato da lei assimilato con forte intensità: “l’energia con cui Marguerite è arrivata da me – ha detto l’attrice – mi ha spinto ad interpretarla, ho sentito la passione che prova per il fratello in modo molto forte, mi ha davvero posseduta”
“Deve esser chiara – ha aggiunto la Donzelli – la mia volontà di realizzare un film atipico dal punto di vista visivo; volevo che le immagini sembrassero vecchie, per questo ho usato in parte il 35mm e in parte in digitale, quando ci conveniva girare con quello e avevamo la necessità di andare più veloci con la produzione, per questo motivo il risultato è del tutto personale”
Riguardo al tema dell’incesto, la Donzelli ha detto di non essere interessata, ha preferito al contrario lavorare sul concetto di amore impossibile: “cosa accade quando questo tipo di amore non trova la via per esprimersi? Si potrebbe morire, potrebbe generare una malattia dell’anima o un forte disagio, qualcosa che non può essere controllato”
Da questo punto di vista Jérémie Elkhaïm ha concluso dicendo che la storia sarebbe stata molto più noiosa e convenzionale se l’incesto fosse stato possibile.