Il programma dei tradizionali corti, parte della serie annuale Miu Miu Women’s Tales
#15 HELLO APARTMENT di Dakota Fanning
Italia, Stati Uniti, 2018, 11’, prima italiana
Con Eve Hewson, Tom Sturridge, Christina Rouner
Produzione: Hi Production, Next Wednesday
Ava entra nel loft di Brooklyn per la prima volta. È vuoto. Verniciato di fresco, ma vecchio. La luce del sole entra dalle grandi finestre, sul pavimento in legno, consumato e con i segni dei precedenti abitanti. Ava si siede. Ed è subito casa. La sua casa. È qui che incontrerà un ragazzo e si innamorerà. È qui che berranno insieme del vino a una festa. È qui che si urleranno addosso e decideranno che è finita. L’appartamento iventerà un testimone della storia personale di Ava, gioia e tristezza, speranze e delusioni, quello spazio
universale in cui tutti noi ci ritroviamo a diventare adulti. Hello Apartment è stato scritto da Liz Hannah (coautrice di The Post di Steven Spielberg candidato all’Oscar). Liz descrive l’idea del corto come un “rivivere il passato mentre si vive il presente, in un unico spazio”. Dakota Fanning afferma che la storia “è stata ispirata dalla mia prima casa, dove tutt’ora vivo. È un reliquiario di esperienze”. Alla domanda se prevede di lasciare il posto in cui vive, risponde: “Mi è difficile anche solo pensarlo. Cosa ne sarebbe di tutti quei ricordi?” Alla sua prima esperienza come regista, Dakota ammette: “Dovevo avere un pò di paura”. E aggiunge: “Miu Miu è per me come una famiglia. È stato un vero piacere fondere insieme i diversi aspetti”.
#16 THE WEDDING SINGER’S DAUGHTER di Haifaa Al-Mansour
Italia, Stati Uniti, 2018, 8’, prima mondiale
Con Haylie Neimann, Adam Neimann, Rotana Tarabzouni
Produzione: Hi Production, Anonymous Content
E notte a Riad, in Arabia Saudita, negli anni Ottanta. Donne avvolte nei tradizionali abaya neri, dirigendosi verso una sala ricevimenti per matrimoni, rivelano scarpe dai tacchi scintillanti. Una volta all’interno, mostrano cio che indossano sotto: splendidi abiti e acconciature selvagge, la loro essenza piu vera rimessa in libertà, invisibile agli occhi degli uomini. Nei matrimoni sauditi vigono infatti regole molto severe sulla separazione tra sessi. Tutti gli occhi e le orecchie sono puntati sulla cantante del matrimonio … fino a quando la corrente elettrica si interrompe improvvisamente. “Questa è la peggiore cantante da matrimonio mai sentita,” borbottano gli ospiti con condiscendenza. Riuscirà la giovane figlia a salvare la dignità di sua madre? Haifaa Al-Mansour, che oggi lavora a Los Angeles, è considerata la prima regista donna saudita. Il film del suo debutto, La bicicletta verde (2013) – su una ragazzina ribelle che vuole infrangere le leggi della società e pedalare sulla sua bicicletta – è stato un successo che l’ha resa subito famosa, ed è il primo lungometraggio dall’Arabia Saudita mai ammesso agli Oscar nella categoria migliore film in lingua straniera. Ora che il paese sta vivendo una fase di riforme culturali senza precedenti e di recente ha assistito alla concessione alle donne
del diritto di guidare e alla comparsa dei primi cinema aperti al pubblico, il prossimo film di Al-Mansour, The Perfect Candidate, sarà il primo ad avere il sostegno del nuovo Saudi Film Council nazionale. Sarà una commedia-drammatica e racconterà la storia di una giovane dottoressa che sogna di partecipare alle elezioni comunali, totalmente dominate dagli uomini.