Da ieri 4 Gennaio, il Montelupo Fiorentino Film Festival ha diffuso il bando per l’edizione 2021. Una open call amplissima che si protrarrà fino al 29 settembre 2021 e consentirà l’iscrizione di documentari, cortometraggi e serie, oltre a sceneggiature e video pubblicitari, a livello nazionale e internazionale. Nel frattempo, l’edizione 2020, per affrontare le difficoltà correnti e comuni a tutto il settore, introduce una formula molto interessante, che non si allinea alle scelte più diffuse in ambito festivaliero adottate durante le restrizioni imposte dall’emergenza epidemiologica.
Grazie ad un accordo con Tele Iride, la sesta edizione del Montelupo Fiorentino Film Festival viene trasmessa dall’emittente mugellana già dallo scorso 21 dicembre con due appuntamenti settimanali, il giovedi e la domenica, per protrarsi fino al prossimo 14 febbraio.
Ogni sera vengono messe in onda alcune selezioni dalle edizioni passate del festival a partire dalle 21:30 e con un’introduzione curata dal fondatore del festival Lorenzo Ciani, insieme alla conduttrice Giulia Meozzi e al giornalista Alessio Poggioni.
Il ciclo complessivo prevede 16 puntate per un totale di 37 produzioni nazionali e internazionali che coinvolgono i volti e i talenti di artisti come Giovanni Storti, Miriam Leone, Matilda De Angelis, Francesco Paolantoni e molti altri.
La programmazione completa è disponibile presso questa pagina del sito ufficiale del Montelupo Fiorentino Film Festival
Per conoscere da vicino scelte e obiettivi del Montelupo Fiorentino Film Festival, ne abbiamo parlato con il fondatore Lorenzo Ciani.
Buonasera Lorenzo, il Montelupo Fiorentino Film festival varerà la settima edizione nel 2021, nel frattempo quella corrente, viene trasmessa su Tele Iride già dallo scorso 21 dicembre e andrà avanti sino al 14 febbraio sull’emittente mugellana, le domeniche e i giovedì, in prima serata. Una scelta molto particolare, perché oltre ad adattarsi alla situazione attuale in cui i Festival come li conoscevamo, sono fermi su tutto il territorio nazionale, opta per il broadcasting tradizionale invece di servirsi dei servizi streaming. Come mai questa scelta?
Durante il lockdown del Marzo 2020, fui contattato dal giornalista di Tele Iride Fabio Ferri, per inserire nel loro palinsesto una rassegna composta dai migliori documentari presenti nell’archivio del Festival dal 2015. Lo scopo era quello di regalare agli spettatori una finestra sul mondo esterno, durante il periodo di reclusione collettiva. Ho quindi deciso di riproporre questa formula per l’edizione 2020 del Festival. Ho ritenuto più pratico raggiungere il nostro pubblico in Toscana gratuitamente attraverso la TV, senza obbligarlo ad abbonarsi a qualche piattaforma online.
Il Broadcasting tradizionale consente sicuramente di creare una forma di evento esclusivo e irripetibile rispetto ai contenuti VOD, coincidente con la messa in onda. Volevate creare questa cornice per i vostri film?
L’idea è stata di portare il cinema direttamente nel salotto del nostro pubblico. Un vero e proprio viaggio intorno al globo, grazie alle numerose opere internazionali che sarà possibile vedere. Viaggeremo senza doverci muovere da casa. Il mercato dello streaming online si sta saturando, per questa edizione la cara e vecchia TV mi è parsa la scelta più giusta. Sono contento che in particolare gli autori delle opere, abbiano gradito questa scelta. Ci hanno scritto ringraziandoci per lo sforzo che abbiamo fatto per valorizzare e mostrare al pubblico i loro film.
Oltre alla programmazione dei lungometraggi e dei cortometraggi, il palinsesto non sembra prevedere incontri e interviste con gli ospiti. è così?
Abbiamo deciso di dare spazio alle opere, riducendo al minimo l’introduzione. In più il carattere internazionale del nostro evento avrebbe reso molto complicato registrare le interviste di tutti gli autori a causa dei diversi fusi orari.
É previsto un format di presentazione dei contenuti?
Ogni puntata le opere vengono debitamente presentate con una breve introduzione curata da me, dalla conduttrice Giulia Meozzi e dal giornalista di Tele Iride Alessio Poggioni.
Ho trovato curioso l’inserimento di alcuni videoclip nel palinsesto. Non si tratta di una vera sezione, perché sono solamente cinque, ma la loro presenza crea comunque una piccola finestra su questo formato specifico. Puoi dirci qualcosa in più, considerato che indie-eye è la prima rivista italiana in assoluto che implementa un portale interamente dedicato ai video musicali dalla parte di chi li realizza?
Dal 2018 abbiamo deciso di aprire il concorso della manifestazione ai video musicali. I videoclip sono sempre più dei veri e propri cortometraggi. Per questa edizione abbiamo selezionato le 5 opere migliori in questa categoria, dei veri e propri gioielli, quasi più vicini alla video arte che a un video musicale. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’altissimo livello delle opere pervenute.
Che tipo di bacino pensate di intercettare attraverso tele iride? Non solo in termini numerici, ma dal punto di vista del pubblico, ovvero secondo lei i cinephiles del 2020 guardano la televisione?
Nel 2020 i film e le serie vengono visti ormai anche sui cellulari e Tablet. Visto il livello delle opere selezionate, ci tenevo che il pubblico della nostra manifestazione potesse vedere i film direttamente alla TV. Anche perché tutti hanno una TV in casa ma non è detto che tutti abbiano un portatile o un Pc e una connessione veloce per vedere i film online. Così chiunque in Toscana potrà vedere questa edizione.
L’edizione 2021 come crede che si configurerà, al di là delle difficili previsioni, considerato che tutti quanti nel settore stanno navigando a vista?
Abbiamo riaperto il bando per l’edizione 2021 il 4 gennaio, proprio per dire “noi ci siamo, non ci fermiamo”. Sarà possibile iscrivere anche sceneggiature e video pubblicitari in questa nuova edizione. Pesiamo che il festival debba sempre più diventare un punto di riferimento per il cinema internazionale. La prima cosa che conta sono i contenuti, per quanto riguarda le modalità abbiamo dimostrato che siamo pronti ad affrontare qualunque difficoltà. Lo dobbiamo sia al nostro pubblico che a tutti gli autori internazionali che ogni anno affidano a noi il loro lavoro.
Quali opportunità offre il Montelupo Film Festival ai registi, agli autori e ai creativi, al di là del formato vetrina che accomuna tutti i festival?
Il nostro festival semplicemente porta una fortuna sfacciata. Lo dico sorridendo, però sono i numeri che lo confermano, o meglio i nomi. In queste prime sei edizioni siamo stati il trampolino di lancio per numerosi registi e attori che poi hanno visto le loro carriere prendere il volo. Faccio solo quattro esempi. Alessio Praticò, che nel 2015 ha vinto al festival il premio per la migliore regia per il suo documentario breve “Sradicati” da lì a pochi mesi si è affermato come attore a livello nazionale, sia in TV che al Cinema, il suo CV è impressionante.
Fabrizio Colica e Ludovico Di Martino, rispettivamente attore e regista del film “Il nostro ultimo”, che nel 2016 ha vinto il premio speciale della giuria del festival. Fabrizio ora spopola sul Web con il fratello Claudio con il duo “Le Coliche”, Di Martino del film “La Belva” che sta spopolando su Netflix. Alessio Tonda, che ha partecipato al festival nel 2015 con il corto “The bookmakers” con protagonista Salvatore Esposito (Gomorra, Fargo), ha realizzato il suo primo lungometraggio “The Shift” che vede tra i protagonisti l’attore Adamo Dionisi (Manfredi Anacleti nella serie Suburra). Potrei citarne altri però mi fermo qui. Scopriamo talenti e gli diamo la forza di continuare a credere in se stessi e in quello che fanno, in un mondo in cui la concorrenza è sempre più sfrenata e riuscire ad emergere è sempre più difficile.
Montelupo Fiorentino Film Festival, il trailer dell’edizione 2020
(foto dell’articolo archivio Pexels, ad uso gratuito)