Vanno di città in città, una tenda sul retro, mostrano le loro spalle. Portano nella nostra vita il sogno e il disordine.
A metà fra il Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine e il Grand Magic Circus di Jérôme Savary, la compagnia è quella reale della famiglia Fehner, artisti itineranti a cui si aggiungono attori come Adèle Haenel, Marc Barbé, Lola Dueñas e altri per una messa in scena caleidoscopica e sempre sopra le righe, tra documentario e finzione, spettacolo e backstage, vita e arte, racconto di un tour movimentato ed esplosivo sullo sfondo magnifico del sud-ovest della Francia.
E’ il mondo di Léa Fehner quello che passa sullo schermo, cresciuta seguendo i genitori che nel 1990, con una decina di camper, moderno carro di Tespi, divorarono miglia e miglia in uno spirito di libertà assoluta.
Il padre, François Fehner, è capocomico di un modello antico di teatro formato da una troupe di una quindicina di artisti che trasferiscono nella vita, senza soluzione di continuità, la loro passione divorante per la scena. Mattatori a teatro lo sono anche nelle storie di tutti i giorni, e famiglia, lavoro, amore, amicizia si fondono in una famelica, divorante, chiassosa corsa comune che un fuoco collettivo fa bruciare .
Corse e rincorse in macchina, soste in stazioni di servizio che diventano palcoscenici improvvisati, ubriachezza serale davanti al tendone e parole, insulti, ferite del cuore e problemi del quotidiano, tutto corre con ritmo vertiginoso.
Già presente a Venezia nel 2009 con Qu’un Seul Tienne Et Les Autres Suivront (Silent Voice), Léa Fehner sceglie l’esuberanza di un registro coniato su misura per il vocione tonante di un Orco che, selvaggio e fuori controllo, arriva sulla scena, teatro o vita non fa differenza, e si rovescia sul pubblico. E il pubblico non è più pubblico, sono gli altri della nostra vita, l’infinito Circo che un vortice afferra, travolge e poi lascia a terra, sfiniti, estenuati, o magari in procinto di risorgere.
Urla di disperazione e grida di gioia, tenerezze strazianti e beffe stridenti, rancori e vecchie ferite, amori e disamori, il mondo degli Orchi non ha confini, straripa e travolge, ma una regia solida li contiene e padroneggia.
Ma è la vita, signori, lo spettacolo va a cominciare!