giovedì, Novembre 21, 2024

Right now, wrong then di Hong Sang-soo – Locarno 68, concorso

Meravigliosamente uguale a se stesso e sempre diverso il cinema di Hong Sang-soo (un po’ come quello di Zulawsky) trasforma l’ordinarietà quotidiana in una forma dell’esperienza dove non esiste cronologia fattuale, ma una continua messa in abisso di quell’apparente fissità dell’inquadratura, spesso sottoposta a continui sabotaggi interni.

Non sono solo i movimenti di macchina ex abrupto, gli zoom a schiaffo e queste piccole increspature della scrittura, che nel nuovo Right now, wrong then diventano oggetto di riflessione per Ham Chunsu (Jung Jae-young, già con il regista coreano per Our Sunhi del 2013), regista giunto nella provincia coreana per presentare il suo nuovo film, ma l’attenzione ai dettagli e alla fenomenologia del gesto che complicano la lettura temporale della sequenza in una mappatura impossibile e del tutto combinatoria. È proprio questa che eccede l’apparente struttura binaria del racconto, qui diviso in due sezioni che sono più la giustapposizione di due universi invece della semplice riproposizione di eventi guidati dalle leggi del caso.

Non è casuale che ogni film di Hong Sangsoo dialoghi con altri della sua filmografia o direttamente con il precedente, nel tentativo di espandere le dimensioni del sogno, dell’amnesia, del ricordo e del desiderio ad un sistema di segni eccedente rispetto ai confini stessi dell’opera.

L’incontro di Ham Chunsu con una splendida ragazza intenzionata a dare una forma alle sue aspirazioni artistiche, viene quindi arricchito più che chiarito, nel confronto tra le due variazioni, che lungi da essere un’esposizione di due mondi possibili, cerca semplicemente nella ripetizione la ricchezza di un gesto e l’occasione che questo possa assumere un significato mutevole proprio in virtù della sua stessa familiarità, sottoposta alla mutazione del punto di vista.

Ma nel cinema del regista coreano, la ricerca di un significato anche solo alluso va di pari passo con il diritto all’oblio e l’inabissarsi dei personaggi in uno stato tra sonno e veglia, dove è possibile perdere pezzi o semplicemente re-immaginarli.

Hong Sang-soo ha filmato e montato la prima parte per mostrarla agli attori, realizzando successivamente la seconda, e mantenendo gli stessi ambienti. Una diversificazione che in questa seconda parte assume per i personaggi la flagranza dell’esperienza vissuta, sorpresi a vivere due volte lo stesso luogo come se fosse la prima volta, o una reverie da un tempo esperienziale già vissuto.

Non è semplicemente un esercizio narrativo, quanto la necessità di assottigliare la distanza tra set ed esperienza e a ricercare, anche nella ripetizione della prassi attoriale, le differenze, le contraddizioni, le diverse direzioni che un gesto e uno sguardo apparentemente simili, si trovano ad indicare.

Nella moltiplicazione di Right now, wrong then c’è in fondo tutto il senso del cinema di Hong Sang-soo

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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