venerdì, Novembre 22, 2024

Sandome no satsujin (il terzo omicidio) di Kore-Eda Hirokazu la conferenza stampa a Venezia 74

Sandome no satsujin(il terzo omicidio) di Kore-eda Hirokazu in concorso a Venezia 74 – la conferenza stampa

Cast: Fukuyama Masaharu, Yakusho Kōji, Hirose Suzu
Sceneggiatura: Kore-eda Hirokazu
Fotografia: Takimoto Mikiya
Montaggio: Kore-eda Hirokazu

Sandome no satsujin (the third murder) racconta le vicende di un processo per omicidio. L’avvocato Shigemori (Fukuyama Masaharu) prende le difese di Misumi (Yakusho Kōji) sospettato di aver rapinato ed ucciso il suo ex datore di lavoro. Shigemori indaga a fondo il caso al fine di evitare al suo cliente la pena di morte. Più che il caso viene approfondito e più sorgono dubbi sulla reale colpevolezza di Misumi. Il regista Kore-eda Hirokazu, l’autore della colonna sonora Ludovico Einaudi e gli attori Fukuyama Masaharu e Yakusho Kōji raccontano Sandome no satsujin (the third murder) in conferenza stampa a Venezia 74.

Per il regista Hirokazu:
ci parla del ritmo della narrazione in questo film?

I miei film vengono spesso definiti lenti.

In questo film ho lavorato sul contrasto tra i movimenti fisici dei corpi, molto lenti e i movimenti emotivi dei personaggi che invece erano rapidi. Per esempio nelle scene in cui l’avvocato parla con Misumi attraverso il vetro del carcere si percepisce come i corpi facciano movimenti molto lievi, quasi impercettibili mentre le anime e le menti dei personaggi vaghino molto di più e molto in profondità.

Per Kore-eda Hirokazu:
vorrei chiederle come è nata l’idea di inserire nel film le musiche di Ludovico Einaudi

Con Einaudi abbiamo avuto una ottima collaborazione – risponde il regista Hirokazu.

L’idea mi è venuta durante un volo. Ero in aereo e ho ascoltato un suo brano, mi è piaciuto molto ed ho acquistato l’intero disco. Mentre scrivevo il copione di questo film lo ascoltavo e ho pensato che sarebbe stato perfetto poter intrecciare il copione di Sandome no satsujin (the third murder) con il lavoro del maestro Einaudi.

Ludovico Einaudi sulla colonna sonora del film:

Mentre ero a Tokio per un concerto sono stato invitato sul set del film, ho visto qualche preview per entrare dentro questa storia, avevo letto la sceneggiatura e avevo già accettato l’incarico perchè mi intrigava molto la storia, l’ho trovata da subito molto enigmatica.

Mi piaceva l’idea di far vedere la realtà da diverse angolazioni, sotto vari punti di vista.

Per tutto il film non si capisce quale sia la verità. E’ a partire da questo che ho creato la musica, cercando di assecondare nello spettatore la sensazione di dubbio che aleggia per tutto il film. 

Al regista:
perchè ha deciso di girare un thriller?

Non penso di aver cambiato il mio modo di fare cinema rispetto al passato.

Ho cercato di narrare un dramma familiare e i personaggi che delineo sono simili a quelli dei miei precedenti lavori. Non ho pensato di fare un thriller, ero interessato ad esplorare alcuni aspetti della società giapponese.

In Giappone abbiamo ancora la pena di morta e spesso i tribunali non sono luoghi in cui viene ricercata la verità.

Volevo anche porre l’attenzione sul fatto che ci siano persone preposte a dare dei verdetti su altri esseri umani, per scrivere questo copione ho lavorato con un team di avvocati che mi hanno aiutato a costruire questa storia.

Un essere umano può giudicarne un altro in un’aula di tribunale? Non voglio dare una risposta nel film perchè non penso che ci sia. Volevo solo mostrare le scelte che i personaggi compiono in quel preciso contesto, nell’ambito del processo.

per Fukuyama Masaharu (l’avvocato protagonista del film):
con che spirito ti sei accostato a questo personaggio che indaga tra le pieghe della società giapponese?

Come prima cosa ci tengo a dire che io sono un fan del lavoro di Hirokazu.

Mi piaceva molto l’idea di recitare in questo film ed interpretare un personaggio che consentiva di indagare tra le pieghe del sistema legale giapponese ma anche approfondire il concetto di verità e giustizia.

Per il regista:
il padre dell’avvocato Shigemori  è un ex giudice che 30 anni prima giudicò l’imputato per un altro omicidio concendendogli delle attenuanti a causa della povertà dell’imputato. Nel film dichiara di essersi pentito della scelta fatta a suo tempo, è una metafora che allude ad un cambiamento in atto nella società giapponese?

Si lo è. Ci sono varie opinioni in Giappone riguardo la genesi dei crimini. Nel passato abbiamo guardato di più alle origini sociali dei delitti mentre oggi si parla quasi esclusivamente delle responsabilità individuali sia per quanto attiene alla giustizia ma anche in altri ambiti della società, per esempio in economia. 

per  Kore-eda Hirokazu:
ci sono due verità contrastanti nel film?

La verità è sempre una, ma spesso agli esseri umani è celata. Non possono conoscerla fino in fondo. 

La storia sembra all’inizio un caso molto semplice, c’è stato un terribile crimine e l’assassino ha confessato.

Mano a mano che si va avanti questa semplicità viene messa in discussione e non si capisce così bene dove sta la verità. La storia si complica, diviene complessa e diventa ambigua, tanto che gli stessi avvocati sono presi da dubbi e volevo che lo spettatore percepisse questa ambiguità ed avesse a sua volta dei dubbi.

The third murder, il trailer ufficiale (sottotitoli in inglese):

Marco Pini
Marco Pini
Marco Pini si occupa di Web marketing, sviluppo web e web 2.0 da più di un decennio

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