Home approfondimenti Cinema Inglese Last Night in Soho di Edgar Wright: recensione, #Venezia78 – Fuori Concorso

Last Night in Soho di Edgar Wright: recensione, #Venezia78 – Fuori Concorso

Last night in Soho, oscuro omaggio londinese diretto da Edgar Wright. Fuori concorso a #Venezia78, la recensione

4139_D056_00238_R Matt Smith stars as Jack and Anya Taylor-Joy as Sandie in Edgar Wright’s LAST NIGHT IN SOHO, a Focus Features release. Credit: Parisa Taghizadeh / Focus Features

Se hai delle fantasie le devi tenere ben chiuse in qualche angolo della tua mente, manifestarle potrebbe autodenunciarne solo la pateticità, ecco perché Eloise, un’audace Thomasin McKenzie, dopo un fugace tentativo di mostrarsi per ciò che è fugge lontano dallo studentato e dai suoi coetanei, trovando riparo poco più in là, in una stanza che ricorda la casa di sua nonna in Cornovaglia.

Eloise ormai è a Londra, a Soho in realtà. Il quartiere «che amo e talvolta temo», dice lo stesso Edgar Wright, il luogo in cui «man mano che le notti si allungano, sparisci in alcuni vicoli bui».
Inizia così questa giostra infernale, nelle luci dei fanali, nei neon e nelle atmosfere soffuse di vecchi locali alla moda degli anni Sessanta.

Siamo storditi e vividamente ipnotizzati da questa frenesia, quanto la stessa Eloise è affascinata e intrigata da Sandy, Anya Taylor-Joy, voce bella e spavalda. Come riflesse nello stesso specchio, la vita della prima viene sconvolta dalla seconda, pur essendo a sessant’anni di differenza danzano all’unisono. L’ inganno mano a mano diventa una richiesta d’aiuto, il ritmo rallenta, diventa straziante per poi progressivamente provocare una reazione rabbiosa e parossistica.

Liberarsi risulta impossibile, quella di Eloise è una fuga disperata che deriva da un incontenibile tormento interiore mentre qualcuno non fa che prendersi pezzi del suo cuore.
Edgar Wright ci trasporta altrove, ci lascia guardare da un cannocchiale indietro nel tempo, ci culla nell’illusione di un passato che a sua volta diventa una caricatura deformante.

Ci mostra i pericoli del primitivismo, dell’esaltazione, dell’istintività e della celebrazione della criminalità. Predilige una dimensione più intensamente onirica, rifugiandosi in un mondo visivo tumultuoso e rarefatto. Custodisce segreti eccitanti costruendo una raffinatissima macchina narrativa degna dei più grandi maestri della suspense. Last night in Soho è un oscuro omaggio a questa città.

Last night in soho di Edgar Wright (GB 2021 – 118 min)
Interpreti: Anya Taylor-Joy, Thomasin Harcourt McKenzie, Matt Smith, Terence Stamp, Diana Rigg, Rita Tushingham, Michael Ajao, Synnøve Karlsen
Sceneggiatura: Edgar Wright, Krysty Wilson-Cairns
Fotografia: Chung Chung-hoo
Montaggio: Paul Machliss
Costumi: Odile Dicks-Mireaux
Musica: Stephen Price
Suono: Stephen Price
Effetti visivi: Stephen Hutchinson

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
Articolo precedenteSundown di Michel Franco: recensione, #Venezia78 – Concorso
Articolo successivoMona lisa and the blood moon di Ana Lily Amirpour: recensione, #Venezia78 – Concorso
Laureata nelle discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ha frequentato un Master in Critica Giornalistica all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico e una serie di laboratori tra cui quello di scrittura cinematografica tenuto da Francesco Niccolini e Giampaolo Simi. Oltre che con indie-eye ha collaborato e/o collabora scrivendo di Cinema e Spettacolo per le riviste Fox Life, Zero Edizioni, OUTsiders Webzine
last-night-in-soho-di-edgar-wright-recensione-venezia78-fuori-concorsoLast night in Soho, oscuro omaggio londinese diretto da Edgar Wright. Fuori concorso a #Venezia78, la recensione
Exit mobile version