Dieci giorni di cinema, più di 40 film al costo di una tessera dal valore commerciale di 5 euro. E’ un’iniziativa lodevole almeno sul piano numerico molto meno su quello qualitativo; Giornate del cinema Europeo si avvia al varo della prima edizione con quattro sezioni animate da spirito europeista: Orizzonti Europei fiction, documentari, animazione; quattordici titoli prodotti in Europa negli ultimi 3 anni e scelti con un criterio disordinato e difficilmente comprensibile, scampoli dal festival di Torino, qualche titolo passato a Venezia, il solito Greenaway, totalmente assente un osservatorio preciso che faccia il punto anche da un punto di vista teorico sul fare cinema in Europa, ovvero quello che da anni viene affrontato con rigore diverso, per esempio, a Pesaro e ovviamente a Viareggio, totalmente assenti autori e titoli davvero importanti prodotti negli ultimi anni in Europa, altrimenti invisibili fuori dai circuiti festivalieri e molto più incisivi rispetto ai nomi di una sezione che sembra concepita grazie alla sola lettura delle sinossi; del resto il nome della retrospettiva ha un titolo turistico come Ritorno a Firenze e dedica una personale al cinema del danese Per Fly, no comment. Momento di maggior interesse Italia/Europa rassegna completa delle opere dell’ottimo Corso Salani, mentre la Retrospettiva storica dedicata ai volti del noir francese per le dimensioni ridotte e contratte da la sensazione di un tappabuchi prelevato dalle risorse di France Cinema; recentemente è riuscito a fare molto di più Fuori Orario in tre settimane di programmazione. Che a Firenze si rinnovi l’assetto delle poche iniziative legate al cinema semplicemente ricompattando le confezioni ed equivocando il pacchetto per i contenuti è più di una sensazione; in questo caso pagano e diffondono i soliti Gesuiti e un’insieme di partnership che raccontano in modo molto chiaro come sia univoco l’accesso ai finanziamenti e quanto sia stagnante e mercantile il volto culturale di una città come Firenze; auguri.