Una favola nel senso più tradizionale del termine, con principi e principesse, perfidi cortigiani e malvagi intrighi, un amore grande e travagliato e un gran finale in cui non vissero tutti felici e contenti, almeno quelli rimasti in questo mondo. Primo e unico film a colori del grande Maestro, dopo una vita trascorsa a costruire l’immagine a partire dall’ombra.
Mizoguchi realizza una mise en scéne molto personale dell’etica bushido (il codice d’onore dei samurai) trasfigurando in immagini visibili, fatte di architetture di luci, movimento e suoni, l'essenza di una lotta interiore, il tormento di samurai colti in un passaggio della loro esistenza che impone scelte definitive e adesione rinnovata all’etica della loro casta, ultimo patto di sangue fondato su lealtà, fratellanza e onore.