Odio la stupidità degli esseri umani. La mancanza di empatia e di conoscenza spesso porta ad eventi terribili. Così Roy Andersson in conferenza stampa a Venezia 71, ci parla del suo A Piegon Sat on a Branch Reflecting on Existence, terzo capitolo di una trilogia iniziata nel 2000. I protagonisti del film affronteranno un viaggio in cui si accavalleranno tanti eventi, taluni inaspettati, che consentono a Roy Andersson di raccontarci l’essenza della condizione umana.
Nel film si vedono esperimenti effettuati su una scimmia, sono riprese reali o di finzione?
Ovviamente è tutto completamente artificiale, fittizio, non oserei mai fare del male ad un essere vivente, ma quella scena, mostra quello che purtroppo avviene nel mondo, mostra la crudeltà degli esperimenti sugli animali. Nel film, voglio rappresentare anche la crudeltà di cui la specie umana è stata capace: violenza, colonialismo, esperimenti sugli animali. Non si tratta di una narrazione tradizionale, personalmente ritengo noiosi i film che si concentrano solo sulla storia e sui lieto fine oppure su episodi che riguardano un solo protagonista. Voglio avere uno sguardo più ampio e raccontare la vita, in questo film si parla di tutti noi, dell’esistenza di tutti gli esseri umani.
Questo film è stato girato in digitale.
Roy Andersson: il mio cinema trova ispirazione e riferimento nella pittura, nella prima parte della mia carriera ho privilegiato l’utilizzo dei campi lunghi senza mettere a fuoco un’immagine in particolare, adesso non userei mai le tecniche che utilizzavo allora, penso però che i film dovrebbero avere una grande attenzione all’immagine ed offrire, come fanno alcuni capolavori della pittura, immagini di grandissima qualità, cosa che purtroppo, il cinema contemporaneo a volte non fa.
Quanto tempo ha impiegato per girare le fantastiche scene di questo film?
Innanzitutto voglio dire che lavoro con una squadra eccezionale, tutti giovani scenografi e fotografi dalla grande professionalità. Abbiamo impiegato quattro anni per realizzare questo film, ogni scena ha richiesto un mese per essere costruita bene in ogni suo aspetto, per girare alcune scene abbiamo impiegato anche due mesi, si deve avere pazienza per ottenere risultati.
En duva satt på en gren och funderade på tillvaron (A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence) di Roy Andersson – Svezia, Germania, Norvegia, Francia, 101′ – Holger Andersson, Nisse Vestblom
Sinossi:
Roy Andersson nell’ultimo capitolo della trilogia iniziata con Songs from the Second Floor del 2000 e proseguita con You, the living del 2007, racconta il viaggio di un venditore e di un disabile cognitivo in un indefinito paese occidentale. Il percorso, fatto di incontri inaspettati e situazioni grottesche, diventa l’occasione per gettare uno sguardo sulla nostra società.