“Una terra dai paesaggi meravigliosi e selvaggi con una realtà che tiene un piede nell’arcaico e l’altro nel moderno”. Con queste parole il regista Francesco Munzi ha voluto introdurre “Anime Nere” al pubblico di Venezia 71′. La pellicola è ambientata in Calabria ad Africo, un paesino dell’Aspromonte, che fa da cornice a un film denuncia che si pone non tanto l’obbiettivo di condannare ma quello di capire e far capire un fenomeno come quello delle ‘ndrine calabresi che ai più appare oscuro e lontano.”Una lavoro tratto dal romanzo di Gioacchino Criaco che dedico a Fabrizio Ruggirello lo sceneggiatore del film venuto a mancare a dicembre mentre la pellicola era in fase di montaggio”
Che peso ha dato ai luoghi e ai personaggi nella realizzazione di questo film?
“Ho voluto fare un lavoro su questo gruppo di criminali per portarli al pubblico senza la volontà di veicolare messaggi, i responsi li lascio sempre allo spettatore. Per quanto riguarda gli ambienti, per esempio, voglio citare l’episodio della scuola, un luogo che per antonomasia dovrebbe rappresentare l’accoglienza ma da dove poi si verifica un omicidio. Mi è sembrato un contrasto poetico forte e di grande impatto emotivo”.
Se non vuole lasciare messaggi cosa ha voluto trasmettere al pubblico?
L’intento era quello di entrare in una famiglia criminale e far vedere la durezza e le contraddizioni che vi stanno dietro. Parla della guerra contro un altro clan, ma in realtà in quel momento è la stessa famiglia che sta implodendo. Ho cercato di mettere in evidenza il lato arcaico legato a ritualità pagane come nella scena dove si beve la ‘polvere del santo’ e il contrasto con il moderno rappresentato dal traffico di droga che collega paradossalmente l’Aspromonte con le più grandi capitali europee.
Ha trovato difficoltà sul posto dovendo girare un film sul ndrangheta?
“Vede in questi posti c’è un sentimento diffuso di poca fiducia verso lo stato. Ho sentito spesso parlare di colonialismo e di invasione. Per quanto mi riguarda le maggiori difficoltà le ho trovate nel pregiudizio personale che avevo, anche se era mia ferma intenzione girare proprio in Aspromonte. E invece la grande scoperta è stata la facilità con il quale abbiamo lavorato, si è creata una positività e un rapporto magnifico con gli abitanti di Africo”.
Ma di preciso cosa cercava?
“E’ un film in cui fornisco informazioni, ma non mi interessa fornire giudizi. Nelle mie intenzioni il crimine doveva essere un mantello sotto cui trovare il cuore dei personaggi”.
Anime nere di Francesco Munzi – Italia, Francia, 103′
Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Anna Ferruzzo, Barbora Bobulova
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=Sdpt_nxL848[/youtube]