Boi Neon di Gabriel Mascaro – Brasile, Uruguay, Paesi Bassi, 101’ – Juliano Cazarré, Maeve Jinkings, Aline Santana, Carlos Pessoa, Vinicíus de Oliveira
Sinossi di Boi Neon di Gabriel Mascaro, Venezia 72:
Iremar lavora nel Nord Est del Brasile, alle Vaquejadas, un rodeo dove due uomini a cavallo tentano di bloccare un toro tenendolo per la coda. La sua casa è un camion con il quale trasporta i tori di spettacolo in spettacolo. Condivide il lavoro con Galega, una ballerina esotica, camionista e madre di Cacá, e Zé. Sono una famiglia, “particolare” ma unita. Intorno a loro, il Nord Est del Brasile sta cambiando, l’industria dell’abbigliamento prospera in tutta la regione e in Iremar nascono nuove ambizioni e desideri.
Volevo costruire un personaggio che sottolineasse le difficoltà che il Brasile sta affrontando in questa fase di sviluppo economico – così Gabriel Mascaro, regista di Boi Neon – in conferenza stampa a Venezia 72.
Si è trattato di una sfida per costruire un personaggio che sottolineasse la difficoltà e le contraddizioni che sta affrontando il Brasile, in questa fase di sviluppo e di profonda trasformazione economica.
Iremar (il protagonista di Boi Neon) – continua il regista Gabriel Mascaro – non è animato dalla volontà di arricchirsi ma cerca di realizzare i suoi sogni. ll film vuole presentare nuove idee e nuove identità, in un luogo, il nord-est del Brasile che spesso è raccontato in maniera stereotipata, dando importanza esclusivamente alla vita rurale. Invece, volevo far emergere un luogo ricco di contraddizioni. Da un lato un grande sviluppo economico dall’altro tante difficoltà.
Come nasce la storia di questo film?
Ho sempre voluto fare un film sulle fattorie. Nel corso delle ricerche che ho effettuato per girare questo film, ho conosciuto diverse persone che lavoravano con i tori, un lavoro molto duro, ma affascinante, ho deciso di raccontare un personaggio che oltre ad essere un gran lavoratore agricolo avesse una forte passione per la moda, in un distretto, quello del nord-est brasiliano in forte crescita economica.
Nel film c’è una forte attenzione ai corpi, sia delle persone che degli animali, cosa rappresenta nel suo cinema questa attenzione per i corpi dei personaggi..
Una questione centrale nel cinema è la distanza tra la macchina da presa e il corpo degli attori. Nel film cerchiamo di valorizzare i corpi. Volevamo toccare anche varie questioni relative al corpo, all’identità di genere, al rapporto tra corpo umano e corpo dell’animale.
Il regista, Gabriel Mascaro, parlava dell’intenzione di mostrare i cambiamenti del Brasile contemporaneo, come si colloca il suo film nella filmografia brasiliana?
Nel cinema brasiliano si rappresentava sempre il nord-est del Brasile quasi senza colore, come un luogo ameno fatto solo di conflitti e vita rurale. Sicuramente questo è un aspetto importante di quest’area del Brasile ma volevamo mettere in luce come la modernità e lo sviluppo economico siano oramai parte integrante del paese. Volevamo raccontare le contraddizioni che questo processo di cambiamento porta con sè.
Lo sguardo sulla realtà di questo film è determinato dal fatto che lei viene dall’ambito del documentario?
Sicuramente si – prosegue Gabriel Mascaro. La mia esperienza di documentarista mi fornisce la possibilità di riflettere sulla contemporaneità e sul mondo che mi circonda. Sicuramente senza la mia esperienza come documentarista avrei avuto meno spunti per il mio lavoro in questo film.