Maria Enders (Juliette Binoche) è un’attrice, riceve un ingaggio per una nuova versione della pièce teatrale con la quale, ad inizio carriera, aveva ottenuto un grandissimo successo. Di questa storia che racconta di un’imprenditrice circuita dal fascino di una giovane donna fino al punto di subire le conseguenze di una complessa relazione autodistruttiva, a Maria non spetta più la parte della seconda, ma quella della prima. Accettare un ruolo del genere implica per lei assimilare i segni del tempo e osservare mentre la vita le scivola tra le mani. Quando incontrerà la giovane rivale, arrogante star di hollywood in erba (la Moretz), la rivalità scenica si moltiplicherà in un complesso gioco di specchi che coinvolgerà anche loro vite, contaminando anche il rapporto con l’assistente di maria, interpretata da Kristen Stewart. Lo scenario è quello della Maloja, tra nubi e sentieri montuosi.
Alla conferenza stampa cannense erano presenti Juliette Binoche, Chloé Grace Moretz,Lars Eidinger e il produttore producer Charles Gillibert.
La prima domanda è per Juliette Binoche e il suo rapporto con il festival e sul ruolo che ha interpretato per il film di Assayas: “è una grande festa occupata dalla stampa. Al momento il passato non mi interessa, sono una grande fan del presente, e non so ancora quale sarà il mio prossimo ruolo. Per preparare il personaggio di maria non abbiamo fatto delle vere e proprie prove, ci siamo gettati nelle scene senza rete di sicurezza. Ho cercato di donarmi completamente, proprio tenendo da parte questa rete di sicurezza. Quando la macchina da presa non cerca di controllare le cose ma ti lascia lo spazio necessario per offrire il meglio, è una cosa fantastica. Conosco Olivier da 30 anni. A partire da L’heure d’etè, ho imparato a capire quanto il suo stile sia incoraggiarti all’abbandono di te stesso”
“Ho lavorato con un cast molto generoso” ha detto il regista Francese “Dal momento che ti fidi dei tuoi attori, niente può fermarti, abbiamo trovato una via per lavorare senza provare. Volevo registrare le loro prime reazioni e trasformarle nel centro vitale del film. Mi piaceva l’idea di uno sfondo naturale come quello che abbiamo scelto, che piano piano diventa personaggio del film, un mondo senza tempo dove le persone parlano del tempo”