Maria Fux è una danzatrice sudamericana famosa in tutto il mondo per il suo stile innovativo e sopratutto per il modo in cui applica le sue conoscenze nell’ambito della danzaterapia; attraverso il suo metodo la danza diventa un’attività che aiuta le persone a trovare un equilibrio soddisfacente tra corpo e anima. L’esordiente Ivan Gergolet realizza un documentario che si muove intorno all’attività pluridecennale di Maria, sviscerando il percorso che l’ha portata ai risultati attuali e mostrando tutta la realtà umana che si muove intorno alle sue sessioni formative.
Maria Fux non fa distinzione, non è necessaria una preparazione fisica pregressa per avvicinarsi alla danza, e chiunque, dai ragazzi down fino alle persone colpite da handicap più o meno gravi, possono partecipare alle sue lezioni, esprimendo la propria interiorità attraverso il ballo. Gergolet ci mostra da vicino il metodo formativo di Maria e l’entusiasmo che riesce a trasmettere ai suoi allievi; Maria non li conosce tutti per nome, ma riesce a sapere tutto di loro e delle loro esigenze interiori dal modo in cui si muovono.
La libertà dalle costrizioni, fisiche e mentali è l’obiettivo della Fux e Gergolet ce lo fa capire con le sequenze che ci mostrano le sessioni con due ragazzi portatori di handicap i cui volti diventano immagini della libertà e dell’armonia. La voce off di Maria è il collante di tutto il racconto, tra episodi della sua vita e il commento diretto ad alcuni momenti di danza.
Gergolet si serve di uno sguardo onesto, senza alcuna forzatura e cercando una vicinanza partecipata ai corpi danzanti, lasciandosi andare a qualche simbolismo poetico come quello della sequenza finale, dove tutti gli allievi si precipitano in una strada danzando come fossero parte di un unico organismo vivente, come a dire che unione e simbiosi con la musica sono gli ingredienti per superare i limiti del proprio corpo.