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For Some Inexplicable Reason di Gabor Reisz – Torino Film Festival 32, Concorso: la recensione

Aaron è un personaggio bizzarro, l’eroe perdente di questo divertente e stravagante film dell’ungherese Gabor Reisz, For Some Inexplicable Reason. Antieroe che ricorda i protagonisti del cinema di Aki Kaurismaki, ma che allo stesso tempo non può non rimandare ai personaggi nevrotici di Woody Allen.

Un ragazzo alla soglia dei trent’anni che dopo essere stato lasciato dalla sua ragazza vede crollare anche la sua ultima stabilità esistenziale, in una vita già troppo vuota, senza lavoro e con la presenza asfissiante di una madre iperprotettiva e castrante. L’essenza del cinema alleniano viene colta in pieno, sventando però abilmente il pericolo di incorrere in una recitazione caricaturale, grazie soprattutto all’ottima prova attoriale e ad una caratterizzazione che assume contorni del tutto originali. Lo shock d’abbandono diventa per Aaron l’opportunità di smascherare la società che lo circonda, rivelando una realtà del tutto surreale, a tratti grottesca, percepita con sguardo straniante, alieno.

Ma in questo groviglio citazionista fuoriesce anche un accenno meno altisonante a Una Notte da Leoni. La notte che darà il via al definitivo cambiamento nella vita del protagonista. Una ricostruzione degli eventi rimossi dalla mente offuscata dall’eccesso d’alcool che Reisz condensa in un montaggio frenetico in cui le voci dei testimoni si incrociano come i tasselli di un puzzle, fino a ricostruire il reale svolgimento dei fatti.

Ma questa è solo una delle tante, curiose, soluzioni che adotta il talentuoso regista ungherese. Geniale l’utilizzo dei rallenty, i tagli di montaggio e gli stravolgimenti narrativi. Un’evoluzione del personaggio che si sviluppa in modo inarrestabile. Come trascinato dagli eventi incontrollabili e insondabili, Aaron arriverà a raggiungere una certa stabilità allontanandosi dalla sua terra, dalla sua famiglia, dai suoi amici e da tutto ciò che rappresenta il passato, ritrovandosi, paradossalmente, alieno in una terra aliena, ma questo traguardo coinciderà con il definitivo distacco dai suoi improbabili sogni di gloria, seppure mai ben definiti, in una vita fatta di attese e situazioni nonsense.

Non resta altro che lasciarsi incastrare dalla routine, accettare di svestire i panni trasandati e ricercare una stabilità lavorativa, la speranza svanisce e ci si ritrova nuovamente, letteralmente, con i piedi per terra. Una commedia esistenziale e surreale, spassosa e innovativa, che sancirà senza dubbio il successo del bravissimo Reisz.

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