Francofonia di Aleksandr Sokurov – Francia, Germania, Paesi Bassi, 87’ – Louis-Do de Lencquesaing, Benjamin Utzerath, Vincent Nemeth, Johanna Korthals Altes, Jean-Claude Caër, Andrey Chelpanov
Francofonia di Aleksander Sokurov, racconta la storia di Jacques Jaujard e del conte Franz Wolf-Metternich, del loro incontro e del loro impegno a difesa delle opere del Museo del Louvre nel corso della seconda guerra mondiale. Come difendere i tesori inestimabili del museo in uno dei momenti più terribili della storia europea recente?
Francofonia è parte di un ciclo di film sui musei (Elegy of a Voyage, 2001 e Arca russa, 2002), può parlarci di questo grande progetto?
A. Sokurov, regista di Francofonia risponde in conferenza stampa a Venezia 72:
In realtà, non ho pianificato nulla, non voglio programmare un ciclo, la mia intenzione è semplicemente quella di raccontare delle storie uniche e separate l’una dall’altra. Semplicemente, il museo è uno dei personaggi del mio film.
Ha scelto di coinvolgere molti generi cinematorgrafici in questo film, come è arrivato a questo tipo di linguaggio?
Grazie per questa domanda – continua Aleksandr Sokurov.
Nel corso della mia carriera la forma ha avuto una grande importanza, oggi non più.
In questo momento della mia carriera di cineasta, non mi interessa più la forma, sono interessato dalla sostanza delle cose ed ai significati.
In Francofonia, non volevo fare una semplice presentazione storica o una sorta di presentazione pubblicitaria del Museo del Louvre. Volevo mostrare il significato profondo che può avere un’opera d’arte. Volevamo generare nel pubblico uno stravolgimento, un subbuglio nel cuore e nella testa, invitare riflessioni profonde e complesse.
Oggi nella complessità del mondo contemporaneo le risposte semplici non funzionano più. Non riescono a spiegare e a dare soluzioni ai profondi mutamenti che stiamo vivendo. Anche i nostri politici non sembrano in grado, se mai lo sono stati, di dare risposte alle difficoltà e alle sfide della contemporaneità.
La forza del cinema è quella di rivolgersi ai vostri cuori, ai vostri animi e darvi la possibilità di sognare.
Volevo una sua considerazione (rivolto a Sokurov) sulla parte del film girata sulla nave, carica di quadri ed opere d’arte, che concetti voleva esprimere in quelle sequenze?
La nave è ovviamente una metafora. Quando parlo del mare parlo dello spazio intorno a noi. Si può fare una scelta tra la vita di un uomo e l’arte, cosa è più importante? Si può fare questa scelta sulla base di un ordine, oppure scegliere sulla base della propria anima. Ci sono persone che hanno sacrificato la propria vita per lo stato, pochi hanno sacrificato la loro vita per l’arte.
Cosa rappresenta il titolo Francofonia? Cosa rappresentano gli sguardi delle persone nei quadri, quei quadri sono una parte della nostra identità di europei?
Il titolo rappresenta il mio amore nei confronti della Francia e della sua cultura.
Per quanto riguarda i visi e gli occhi dei quadri assolutamente si – risponde Aleksandr Sokurov in conferenza stampa a Venezia 72. La pittura ci permette anche di capire chi siamo noi europei.
Dobbiamo guardare molto di più nei visi l’uno dell’altro, vedere le particolarità dei nostri visi, capire le cose che ci diversificano. Capire e valorizzare le differenze tra le nostre culture.
La cultura non si può semplicemente mescolare, bisogna avere un approccio “tenero” e rispettoso nei confronti della cultura e della specificità di un popolo. Una volta distrutta una cultura, questa non ritorna. Dobbiamo entrare nello sguardo dell’altro per capirlo, esattamente come facciamo con i quadri e le opere d’arte. In Russia amiamo la vostra cultura, amiamo l’individualità delle culture europee.
Dobbiamo rispettare la cultura europea e difendere le sue specificità.