domenica, Dicembre 22, 2024

Leviathan di Andrey Zvyagintsev a Cannes 2014: il ministro della cultura Russo Vladimir Medinsky e le censure di Putin

Leviathan è ambientato in una piccola città nel nord della Russia, e racconta di Kolia (Alexi Serebriakov),un uomo che si mette contro il capo del governo locale per salvare la casa di famiglia. Lo aiuta un vecchio amico, Dimitri (Vladimir Vdovichenkov), ma è solo l’inizio di una serie di tragedie a catena per il povero Kolia che non si fermeranno più. Andrey Zvyagintsev per realizzare il film si è ispirato alla storia di un operaio ribelle statunitense applicandola al suo paese, per raccontare l’attuale situazione politica della Russia e la nefasta influenza della chiesa Ortodossa. Il film è anche al centro di una vicenda politica dell’ultimo minuto, perchè finanziato in parte proprio dal ministero russo della cultura, il cui responsabile è riuscito a vedere il film pochi giorni fa, e ovviamente non l’ha gradito affatto: “Ha detto che il film è di ottima qualità” ha sottolineato Zvyagintsev “ma non gli è piaciuto”

Zvyagintsev e i produttori di “Leviathan” a metà tra speranze e preoccupazione hanno comunque cercato di spiegare che l’obiettivo nel film non era certo cercare un confronto diretto e aspro con il governo Russo “la libertà è un concetto importante ovunque, è un dovere di ognuno di noi contrastare lo stato per affermarla, ma non si parla mai di questo in modo cosi franco e diretto”

L’episodio che ha coinvolto il ministro della cultura russa Vladimir Medinsky è diventato un punto focale nella conferenza stampa cannense: “Sostanzialmente si è dimostrato aperto” ha detto Andrey Zvyagintsev “Il ministro deve mantenere una posizione ferma per gli obiettivi che deve raggiungere, ma credo che l’arte debba anche mostrare una via. Oltre che intrattenimento dovrebbe offrire speranza alle persone sul fatto che si possono vedere le cose in modo diverso. Sono molto felice di aver ricevuto finanziamenti dallo stato, da questo punto di vista mi auguro si possa raggiungere una comprensione reciproca e la libertà […] Non voglio dare consigli, intendo vivere nel mio paese e continuare a fare cinema”

Ma sul futuro del film anche in Russia Zvyagintsev ha detto di voler vedere come andranno le cose cercando di affrontarle serenamente: “il film è stato presentato al Ministero. Il film è stato fatto, eccolo qui. Non cerco di evitare una risposta precisa ma abbiamo altri progetti e spero che vedranno la luce, non dovranno esserci ostacoli a questo. Due giorni fa quando ho parlato con il Ministro gli ho detto di avere altri due film sui quali avrei voluto lavorare, e mi ha detto; bene fammi vedere prima la sceneggiatura, e la leggeremo. Le monde ha riportato una citazione dal ministro che più o meno era ‘i fiori possono crescere, ma annafieremo solo quelli che ci piacciono.'”

Altro argomento di discussione, i recenti inasprimenti governativi contro il linguaggio volgare nei discorsi pubblici e negli spettacoli di intrattenimento, dai concerti agli spettacoli teatrali, fino ai film; “Leviathan” contiene un linguaggio abbastanza scurrile e questo è stato oggetto di una domanda in sala stampa: “la legge è stata firmata” ha detto Zvyagintsev “ma entrerà in vigore solo il primo di luglio. Dovremmo essere in grado di proiettare il film perchè è stato realizzato prima di quella data. Non credo di aver usato parole troppo volgari, ogni frase è stata attentamente soppesata, scegliendo proprio quelle che era necessario inserire nel film. Queste leggi che censurano non mi piacciono, e nel mio film era davvero necessario utilizzare quelle parole”

Se il film di  Andrey Zvyagintsev dovesse vincere la palma d’oro, potrebbe essere un freno molto forte a qualsiasi tentativo di censura perchè porterebbe in primo piano il reale volto della nuova politica culturale Russa.

Vladimir Medinsky  è stato recentemente oggetto di un terremoto politico e culturale anche in Italia; il ministro della Cultura Russo è stato insignito della «Ca’ Foscari Honorary Fellowship» con modalità assolutamente tortuose, un vero e proprio imprimatur ufficiale per l’uomo che ha sostenuto la crociata anti-Europea di Putin e che ha scritto un documento sulla concezione della cultura (voluto dal premier) fuori da ogni parametro comunitario, opponendosi a qualsiasi istanza multiculturale e censurando qualsiasi espressione artistica in flagrante contrasto con i “valori russi”. Stalinista convinto, omofobo, violentemente nazionalista, Vladimir Medinsky è un simbolo politico di enorme forza negativa, premiarlo, significa in qualche modo legittimare il suo percorso. Oltre alle proteste di Liudmila Ulizkaya, prima firmataria di una lettera aperta contro Medinsky, sottoscritta da moltissimi intellettuali russi, anche il personale docente e gli universitari di Ca’ Foscari si sono mossi contro l’iniziativa, con una petizione ancora attiva, che anche la redazione di indie-eye sostiene in pieno (la trovate da questa parte)

FIRMA LA PETIZIONE: A seguito del conferimento del titolo di membro onorario del corpo accademico (Honorary Fellowship) di Ca’ Foscari al ministro della cultura della Federazione Russa Vladimir Medinskij, la rappresentanza degli studenti di Ca’ Foscari ritiene di dover prendere le distanze dalla decisione presa all’unanimità dal Senato accademico il 24 marzo scorso e risoltasi nella consegna del titolo a Mosca il 15 maggio. Questa decisione ci sembra infatti rappresentare una mossa politico- diplomatica sbrigativa nonché difficilmente condivisibile da parte della maggioranza di studenti e docenti, anche alla luce della delicata situazione politica odierna.

Redazione IE Cinema
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