mercoledì, Novembre 6, 2024

Light Years di Esther May Campbell – Venezia 72, Settimana Internazionale della Critica

Rose immagina la famiglia come una costellazione, profondamente unita. Nel corso di una lunga giornata, mentre la madre desidera la prossimità dei figli, la famiglia di Rose, ormai in frantumi, fa ritorno alla propria costellazione desiderosa di riallacciare i rapporti, dovendo fare i conti con la malattia ricevuta in eredità.

Esther May Campbell è lontana anni luce dal cinema e, anzi, prova ad imitarlo, costruendo sui personaggi una vera e propria caricatura del disturbo mentale, dai quali tutti nella famiglia di Rose sembrano essere affetti. Il film vaga senza meta per le distese inglesi e non riesce a fornirgli una meta. Ramona, Ewan e Rose sono i figli di una famiglia distrutta, e vengono lasciati a briglie sciolte senza mai ricevere un segnale di risposta dai genitori, assenti, apatici. Non si percepisce mai la prossimità fra i luoghi e le persone, che permangono in una perenne incomunicabilità non del tutto voluta.

“Sospetto di essere un’intuitiva” ha affermato la regista a proposito del suo processo creativo. Probabilmente “Light Years” rimane solo un’intuizione e niente più. Non riesce a evolversi dal suo stato germinale, lancia delle comete che dopo poco si spengono. Lo si comprende dall’ibridazione tra strumenti e materiali: visivamente alterna digitale al 16 mm, linguisticamente l’ermetismo mai del tutto giustificato allo scurrile.
Il cielo a cui Rose e la madre rivolgono lo sguardo rimane distante, e anche la natura per cui vagano come fantasmi non è in rapporto intimo e di osmosi, ma una forza centrifuga li rigetta tutti fuori contesto e fuori dai corpi che non abitano più. Fantasmi che non riescono a comunicarci con il loro aleggiare confuso, il senso dell’esistenza né tantomeno quello dei rapporti familiari, abitanti di un’altra galassia rispetto a quella immaginata da Esther May Campbell.

Rachele Pollastrini
Rachele Pollastrini
Rachele Pollastrini è curatrice della sezione corti per il Lucca Film Festival. Scrive di Cinema e Musica

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