Enzo Ceccotti è un pregiudicato, il caso vuole che entri a contatto con le scorie di una sostanza radioattiva. In seguito ad un incidente scoprirà di avere una forza sovrumana, in fondo una benedizione per la sua carriera di delinquente. Le cose cambieranno quando incontrerà Alessia, convinta che sia l’eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot D’acciaio.
Gabriele Mainetti, regista romano nato nel 1976, aveva già ottenuto numerosi riconoscimenti con Tiger Boy, corto prodotto nel 2012 dalla Goon Films, la sua casa cinematografica nata l’anno prima e votata alla produzione di opere influenzate dal cinema di genere e da modelli statunitensi. Una sfida quindi quella di realizzare Lo chiamavano Jeeg Robot perché il tentativo di Mainetti, è quello di realizzare un’opera originale senza scadere nell’imitazione e sopratutto raccontando personaggi fragili e tangibili che “riescano a trascinare per mano lo spettatore – ha detto lo stesso Mainetti – in un film che, lentamente, si snoda in una favola urbana fatta di superpoteri”
Dopo l’operazione di innesti compiuta da Gabriele Salvatores con Il Ragazzo Invisibile, Lo chiamavano Jeeg Robot potrebbe essere il secondo tentativo del cinema italiano recente di avvicinarsi a quel territorio condiviso tra fumetto, cultura pulp e film di genere.
Lo Chiamavano Jeeg Robot è interpretato da Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. Oltre che da Good Film è prodotto anche da Rai Cinema. Il film sarà distribuito nelle sale da Lucky Red e presentato in anteprima alla 10. Festa del Cinema di Roma