venerdì, Novembre 22, 2024

Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie: amore e morte nell’eterno gioco

Francia, Provenza, agosto;  Uìun lago, una radura boschiva, macchine parcheggiate fra gli alberi, una spiaggetta sassosa, pochi uomini, soli o in coppia, nudi  prendono il sole o stanno in acqua, nuotano o galleggiano, mentre tuttintorno di tanto in tanto  silenzio e stormire di chiome verdi. Nel bosco, dopo il bagno e il sole, si consumano rapporti sessuali, casuali o predeterminati.

La frattura nell’ordine naturale delle cose è qui; George Bataille arriva ora. Prima frattura: la morte, Thanatos, un omicidio, Michel (Christophe Paou) uccide in acqua l’amante mentre Frank (Pierre Deladonchamps) assiste per caso all’evento nascosto nel bosco. Michel è la bellezza assoluta, il dio che esce dalle acque, Ulisse che appare a Nausicaa. Seconda frattura: l’amore, Eros. Nausicaa è Frank, il giovane pronto ad innamorarsene perdutamente. Terza frattura: la paura. Torna a farsi strada l’incompiutezza umana, e le ombre del dubbio, del sospetto, della gelosia, del rimorso, del pentimento, della mélancholie, orrida scimmia appollaiata sulla spalla del vecchio e del giovane, prendono il sopravvento. Il terzo protagonista Henry (Patrick Dassumçao) obeso e malinconico, irrisolto omosessuale con vita da etero e pantaloncini sempre addosso, completa il trittico.

Le ombre di un crepuscolo freddo e opaco scendono a portare la notte su quell’angolo di Eden, Eros è volato via con le sue piccole ali, Thanatos ha compiuto la sua danza macabra seminando altri cadaveri per strada, la paura ha lasciato il giovane Frank solo nel bosco, ma il lupo è sparito. Resta la solitudine.

Merito di Alain Guiraudie è costringere lo spettatore a guardare, non potendo sottrarsi al ruolo che il cinema gli assegna. Inevitabilmente il colpo è forte perché non è stato stipulato con lui nessun patto, lo spettatore sa di assistere ad un film premiato a Cannes dove, notoriamente, non si premiano video hard, dunque dovrà tarare la sua capacità di assorbire immagini secondo nuove regole, quelle che Guiraudie sta dettando. Prima regola: la ripetitività. La vita è fatta di liturgie, ci danno sicurezza, ripetiamo meccanicamente gli stessi gesti, parcheggiamo la macchina sempre nelle stesso posto, facciamo l’amore ripetendo le stesse carezze, fino all’apice, che Guiraudie, doverosamente, ci mostra, con orgasmi ed eiaculazioni in presa diretta. Seconda regola: il confine. Difficile affrontare l’assenza del limite, vogliamo controllare lo spazio, dunque un lago, spazio circoscritto da un confine certo, ma spazio fluido, perciò misterioso. Sotto la superficie si nasconde l’ombra, non possiamo evitare di confrontarci con le nostre paure. Terza regola: la solitudine. Uomini soli, guardano il nuovo arrivato con gesto pigro, poi tornano al sole o al bagno. La nudità è condizione fondamentale, nella solitudine non dialoghiamo con gli oggetti che coprono il nostro corpo, annulliamo il loro linguaggio e i messaggi che rivolgono all’altro. Siamo nudi, uguali, contano solo le pulsioni fondamentali.

Resta una domanda: perché scegliere un milieu di omosessuali? Molte risposte sarebbero possibili, ma forse una le sintetizza tutte, ed è una domanda; sarebbe diverso se fossero eterosessuali?

Paola Di Giuseppe
Paola Di Giuseppe
Paola di Giuseppe ha compiuto studi classici e si occupa di cinema scrivendo per questo e altri siti on line.

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