U Ri Sunhi nuovo film per il coreano Sangsoo Hong che dopo il recente Nobody’s Daughter Haewon visto all’ultima Berlinale, torna con un film che possiamo considerare come una sorta di prosecuzione delle intenzioni teoriche del precedente. Sunhi è una studentessa di Seul con il desiderio di trasferirsi in america per fare carriera come regista cinematografica, personaggio in precario equilibrio come l’Haweon del precedente film e altre figure femminili del cinema di Sangsoo Hong, entrerà in contatto con un vecchio professore per ottenere delle referenze allo scopo di frequentare un corso di post laurea negli states. Nel frattempo incontrerà nuovamente l’ex ragazzo e il suo migliore amico. Personaggi maschili tutti legati s Sunhi, forse per amore, perchè l’unica che tiene le fila di questa realtà fattuale non facilmente individuabile è ovviamente lei, in un contesto dove ruoli, memoria, ma anche semplicemente l’illusione di aver fatto un’esperienza, cambiano continuamente di posizione. Sangsoo Hong si serve dei soliti motti di spirito visivi, puntando su un formato che apparentemente è quello della gag, ma che cambia spesso prospettiva alle cose, come per esempio la ripetibilità di situazioni e sequenze che confondono la cronologia degli eventi. Come in molti film del cineasta coreano, ma soprattutto, con un riferimento molto preciso alla volatilità di Haewon, come si diceva, il personaggio del film precedente, quello che sappiamo di Sunhi, come suggerisce anche il titolo, è una soggettiva tutta maschile, una ricostruzione spesso contradditoria, che ci offre la visione sfaccettata di un personaggio attraverso tre sguardi esterni.