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Lucca Film Festival 2016: 6 e 7 aprile ore 15, il concorso dei corti sperimentali

Il Concorso Internazionale Cortometraggi Sperimentali inserito nell’edizione 2016 del Lucca Film Festival verrà presentato oggi 6 aprile presso il Cinema Centrale di Lucca alle ore 15:00 dai curatori della sezione Rachele Pollastrini e Alfredo Ferrua.  Le opere presentate al festival sono 27 tra le 1000 internazionali pervenute. Al vincitore sarà consegnato un premio realizzato dallo scultore russo Alexey Morozov.

La prima parte della selezione è prevista per oggi al Cinema Centrale di Lucca a partire dalle ore 15 e dopo la presentazione dei curatori Rachele Pollastrini e Alfredo Ferrua.  La seconda parte sarà in programma il 7 aprile, sempre alle ore 15:00 e sempre al Cinema Centrale

Pollastrini e Ferrua hanno selezionato una varietà interessantissima di opere che vanno dall’animazione tradizionale, passando per le sperimentazioni sulla computer grafica, la pittura animata, il documentario transtorico e le visioni che confondono realtà e flusso di coscienza.

A Murmuration di Zlatko Cosic viene dagli Stati Uniti ed è un’esplorazione astratta della natura mentre  Argo Voyager è il primo dei tre corti di Tiger Cai, inseriti in concorso. Tra science fiction, animazione astratta e cgi segue il viaggio di una nave spaziale. Sempre di Tiger Cai è stato selezionato anche Twin Panoramas, corto sperimentale in cui vengono messe in relazione due riprese dell’East River di New York distanti nel tempo. L’ultimo dei film di Cai in concorso Tiger Cai è Six Dreams About The City, 24 minuti che esplorano svariati temi, da quello identitario alla dimensione politica, vero e proprio flusso di coscienza tra realtà empirica e vita interiore. Cane Caro è il primo dei due corti del promettente Luca Ferri realizzato dopo Abacuc, dove la pulizia di un cane innesca l’universo iperreale caro al  regista romano. Sempre di Ferri  Tottori, esplorazione sul luogo dove fu girato La donna di Sabbia di Teshigahara e realizzato con il supporto di Dario Agazzi, sperimentatore elettroacustico.  Flatform, il gruppo di lavoro tra Milano e Berlino che lavora dal 2006 con video e installazioni porta al festival Quantum, esperimento tra sound design e visione sul paesaggio.

Twin Panoramas di Tiger Cai

Ephemeral del libanese Elio Tayeh è invece un’esperienza sensoriale tra corpi e separazione che si avvia con una citazione da Runi. Okasan ni naisho è uno dei corti di animazione dello straordinario Sawako Kabuki ad essere inserito nel concorso lucchese. È un’opera d’animazione a scopo educativo che diventa esperienza sul linguaggio. Sempre di Kabuki è nella selezione anche Master Blaster dove con lo stile del videoclip sulle musiche scritte da Shinsuke Sugahara, si racconta la storia di una giovane ragazza che per vivere sempre con il fidanzato desidera entrare nel suo ano, da non perdere. È giapponese anche Yoriko Mizushiri, il suo Maku è uno dei numerosi corti d’animazione presenti nella sezione, si tratta di un’esplorazione intensa e intima dei sentimenti. Sempre dal Giappone e sempre d’animazione è la rilfessione sul tempo realizzata da Mirai Mizuee intitolata Retro Future. Saigo Tochka di  Kazue Monno & Takeshi Nagata è un lavoro di documentazione su Takamori Saigo, uno degli ultimi samurai, che diventa cinema d’animazione. Sempre realizzato dalla coppia dei due autori giapponesi è Track Tochka, come completamento palindromo dell’opera precedente. Landscape With interferences è il lavoro dell’italiano Stefano Giannotti dove lo schermo viene utilizzato come luogo di apparizioni fantastiche e miraggi surreali, a partire da una spiaggia estiva.

Master Blaster di Sawako Kabuki

 

Monkey è il corto del cinese Shen Jie, senza dialoghi e con una sinossi intrigante: Tre scimmie, cosa accade quando una di loro muore? È in concorso anche il documentario di fantascienza sperimentale di Giuseppe Bocassini intitolato Orbit. Sempre dall’Italia Panorama di Gianluca Abbate, primo capitolo di una trilogia sulla città. Schoolyard del greco Rinio Dragassaki  si sposta invece direttamente ad Atene prendendo spunto da una gara di gavettoni per descrivere un’estenuante battaglia estiva.  Sleepy Steve è il lavoro dello statunitense Meghann Artes, tra commedia e fantastico nello stile visionario di Michel Gondry. Black Code viene sempre dagli Stati Uniti ed è diretto da Louis Henderson, documentario politico e transtorico di impostazione markeriana, che attraversa diversi anni di storia americana. The Three Spirits di Olga Guse è il corto tedesco che combina pittura e animazione sulle musiche di Z CAR M, raccontando istinti e desideri degli uomini.

Schoolyard di Rinio Dragassaki

Sempre il cinema animato della Guse in Refugees dove si parla del riscaldamento globale e di questioni ambientali dove tutti ci troviamo in fondo nella condizione di esser profughi. Three Dimensions of time viene dall’Olanda ed è diretto da Pim Zwier dove il tempo diventa occasione per costruire un’elegia visiva sul paesaggio. La nostra Giulia Perelli porta in concorso Un bel niente Nietzsche, storia di un nuovo incontro dopo la separazione che diventa relazione tra gesto, immagine e inquadratura. Dok Rak viene dalla Tahilandia ed è diretto da Prapat Jiwarangsan, storia di un Dj radiofonico costretto alla resa dopo la chiusura di tutte le radio in seguito al colpo di stato del 2014.

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