Home news Nobi (Fires on the Plain) di Shinya Tsukamoto a Venezia 71, la...

Nobi (Fires on the Plain) di Shinya Tsukamoto a Venezia 71, la conferenza stampa

“Qualcuno mi dice che nei miei film compreso questo ci sono scene eccessive – spiega Shinya Tsukamoto – ma la guerra è l’eccesso per eccellenza, per questo reputo che sia necessario e doveroso usarlo”. Con queste parole il regista giapponese  Shinya Tsukamoto introduce a Venezia 71 il suo film in concorso  “Nobi (Fires on the Plain)”,  ambientato in un isola delle Filippine durante il secondo conflitto mondiale.

Che tappa segna questo film nel suo percorso artistico?

“Fino ad adesso sono andato avanti nella cinematografia con ambientazioni metropolitane questa volta ho voluto ambientare il film nella natura perché è in questi posti che si ritrova l’essere umano Ho voluto evidenziare il contrasto assoluto tra la bellezza di questi posti e l’assurdità della guerra, uno scenario che aiuta ancor di più a capire la follia dei conflitti”.

Quale rapporto con la natura voluto ricercare?

“La natura diventa essa stessa un attore dall’espressione ermetica. Tamura e gli altri non vengono colpiti dal fuoco di un nemico evidente, ma da una forza oscura senza volto che arriva dalla natura”.

Come è arrivato alla scelta di fare di Tamura un cannibale?

“Nel romanzo da cui è tratto il film il cannibalismo è uno dei fattori importanti della storia e va a contrastare con l’elemento cristiano presente nella storia. Mangiare un amico in una situazione di guerra e disperazione è qualcosa di terribile ma necessario”.

Cosa pensa di trasmettere al pubblico?

“Credo di far comunicare lo stato d’animo di chi deve uccidere, di chi quell’incubo se lo porterà con se per tutta la vita”.

C’è un riferimento alla situazione internazionale attuale nel suo messaggio antimilitarista?

“In realtà no. E’ tanto tempo che lo sto preparando. Ha avuto una gestazione di circa 10 anni. In passato ho preso contatti con reduci della guerra per prendere testimonianze in merito alla loro esperienza.  In tanti ho sentito il solito discorso: che indipendentemente dalla sofferenza fisica e psichica l’importante era sopravvivere e andare avanti”.

Sinossi:

Siamo in un isola delle Filippine, durante le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale. L’esercito giapponese oramai in rotta su tutti i fronti deve fare i conti con una forte offensiva delle forze Alleate e della resistenza locale.  Il soldato Tamura debilitato dalla tubercolosi viene abbandonato al suo destino dal suo reparto che gli fa negare persino le cure mediche. La fine per gli ultimi soldati nipponici si avvicina inesorabile. Il soldato Tamura si ritrova in attesa della morte fuori dall’ospedale da campo che ha deciso di negargli le cure assieme ad altri commilitoni nelle sue stesse condizioni. Si unisce a loro ma nella notte spari nemici distruggono l’ospedale e lo costringono a scappare in mezzo alla giungla. Tentato dal desiderio di uccidersi con l’unica granata rimasta, si blocca quando trova delle patate nel terreno. L’unico problema di questo tipo di tuberi è che sono immangiabili se non vengono cotti. Si reca in un villaggio alla ricerca di fiammiferi, ma scopre che è disabitato. Si nasconde nella chiesa locale dove gli appare una giovane coppia. Lei si spaventa quando lo vede e lui terrorizzato preme il grilletto. E’ il primo morto della sua vita. Tamura riprende il suo errare in mezzo alla giungla scoprendo l’orrore di cadaveri sparsi ovunque. Stremato dalla fame e dalla fatica comincia a vedere i suoi compagni come cibo, entra in uno stato dove chiunque è il nemico e dove l’istinto per la sopravvivenza lo spinge a farsi animale.

 

Nobi (Fires on the Plain) di Shinya Tsukamoto – Giappone, 87′
Shinya Tsukamoto, Yusaku Mori, Yuko Nakamura, Tatsuya Nakamura, Lily Franky

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=U_NRZzI3U1E[/youtube]

Exit mobile version