Home festivalcinema Redemption di Miguel Gomes a Venezia 70: la mia menzogna storica

Redemption di Miguel Gomes a Venezia 70: la mia menzogna storica

Lo dice Gomes stesso, la dimensione di Redemption, il suo nuovo cortometraggio co-prodotto dalla O som e a furia insieme a Zdf e alla partecipazione di Fuori Orario, è quella privata ; servendosi di materiale raccolto attraverso 16 archivi tra Portogallo, Francia, Italia e Germania propone un’idea di cinema ludico, combinatorio e filosofico come ci ha abituati con la sua filmografia.

Tre ricordi e la ricerca di redenzione in comune; il Portogallo del Nord, un bimbo scrive ai genitori in Angola e parla loro della tristezza del suo paese; a Milano un vecchio signore mette insieme i ricordi per Alessandra, primo amore mai più rivisto; In Francia un padre si rammarica con la figlia per non esser mai riuscito ad essere presente come avrebbe dovuto nella sua vita, a Lipsia, una sposa durante la cerimonia nuziale combatte con un’opera di Wagner che ha occupato la sua testa e non se ne vuole andare, ‘quel fascista di Wagner‘ dirà più volte mentre con estrema tenerezza ricorderà la vita della RDT.

Come in Aquele Querido Mès De Agosto e nel più recente Tabú, Gomes utilizza materiali eterogenei e li combina in una partitura allusiva fatta di documenti, parola, storia della letteratura, citazioni poetiche, pura invenzione; quella che Gomes chiama la sua ‘menzogna’ passa attraverso il montaggio interno ed esterno ai frammenti d’archivio dove si mettono insieme estratti di cinema conosciuto, cinegiornali luce, documenti etnografici, schegge di cinema privato.

Le tre storie e le tre date corrisponderanno, con gli esplicativi titoli di coda, alle memorie personali tra verità e invenzione di quattro leader politici, Coelho, il primo ministro portoghese, Sarkozy , Silvio Berlusconi, Angela Merkel. I livelli sono allora molteplici, perché se Tabù , tra i molti stimoli che metteva in gioco includeva una storia non convenzionale sul crepuscolo dell’avventura coloniale in Portogallo e sull’influenza che questa ha avuto sul paese contemporaneo, Redemption mette insieme piu storie dell’europa entro un’area filosofica che usa testi cross-mediali per generare una vertginosa lettura obliqua della storia passata, presente e futura del continente, le stesse date scelte da Gomes hanno a che vedere con un momento di svolta difficile per i politici citati (il rinvio a giudizio per Berlusconi in occasione del processo Ruby, Sarkozy che perde le elezioni, la data del primo matrimonio della Merkel) come a stabilire una connessione biunivoca tra destini privati e pubblici.

Di nuovo emerge il gioco e la musica in Redemption, la costruzione è ‘cromatica’ in senso musicale, come spesso nel cinema di Gomes; viraggi, immagini in negativo, sovrimpressioni, tutti elementi che il regista portoghese studia sia a livello documentale (le formule fisiche che si sovrappongono nel segmento della Merkel, laureata appunto in fisica) che in termini di composizione musicale dell’immagine.

Resta un senso di divertimento e di spaesamento ; esserci stati in quegli eventi, averli visti o vissuti? È la nostra relazione con una politica vissuta solo a livello scopico? Quanto della nostra storia è presente in quelle immagini, quanti dei nostri incubi? Forse li abbiamo solo immaginati.

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