Craig Zisk approda al grande schermo dopo le innumerevoli esperienze televisive. Noto per aver diretto tra le serie tv di maggior successo, tra cui Scrubs, Streghe, The Office, Nop/Tuck e My Name is Earl, con la commedia The English Teacher il regista americano sembra rifarsi proprio a quella peculiare dinamicità da sitcom, con trovate registiche che in un contesto large screen assumono un impatto ibridante quasi sperimentale.
Linda Sinclair (Julianne Moore) è una quarantacinquenne single che insegna inglese in una piccola cittadina della Pennsylvania. Poco propensa alle relazioni personali, trova rifugio nella lettura di romanzi. Un giorno si imbatte in un suo ex studente, il ventenne Jason Sherwood (Micheael Angarano), di ritorno da New York dopo un deludente tentativo di successo nel mondo del teatro. Linda, riconoscendo le qualità di Jason, gli chiede in lettura la sua sceneggiatura teatrale, di cui si innamorerà a tal punto da finanziarne di tasca propria la messa in scena. Ma l’allestimento dello spettacolo nel teatro della scuola avrà bene presto dei risvolti inaspettati, fino a rendere la monotona vita dell’insegnante una vera e propria trama da romanzo.
La regia si presta quindi perfettamente alla sceneggiatura di Stacy e Dan Chariton, che infarciscono l’opera di quel tipico umorismo brillante da commedia americana. In una trama che di certo non si può definire originale, le soluzioni che adotta Zisk donano una nuova veste alle dozzinali commediole sentimentali; ricorrendo, ad esempio, ad un incalzante splitscreen che segue il veloce susseguirsi delle prove dello spettacolo teatrale con una musica di fondo che da diegetica diventa extradiegetica, o a delle sovrapposizioni grafiche che esplicano i pensieri dell’insegnante secondo una sua deformazione professionale che la porta a bollare le persone con giudizi secchi.
Ma la forza di questo film è forse nell’intelligente utilizzo di tutti gli elementi che gravitano attorno alla vita di Linda, situazioni speculari che aprono a più profonde riflessioni sulla vita e la finzione. Il teatro accorre efficacemente a questo scopo, diventando metafora e specchio del mondo dell’insegnante, combattuta tra la necessità di fuggire dalla realtà e il desiderio di trovare rifugio in un universo immaginario. Gli stessi personaggi della storia sono concepiti da Linda come dei caratteri ben prefissi, come facessero parte del romanzo della sua vita su cui lei non ha potere, lanciata al suo destino da un narratore/Dio che la priva del libero arbitrio.
The English Teacher non è quindi una semplice commedia, ma un film che cerca di trattare col sorriso temi che spaziano dal concetto di realtà e finzione, di pregiudizio, necessità di cambiamento e libero arbitrio. Se quindi Linda è la protagonista del tedioso racconto che è la sua noiosa vita, l’imbattersi in avventurose situazioni da romanzo la porteranno ad una più oggettiva coscienza di sé e a ribellarsi a quel destino prestabilito. La storia raccontata dalla voce narrante che ci presenta l’insegnate all’inizio del film arriverà a non combaciare con le immagini nel finale. Un personaggio che prende corpo e si ribella al suo creatore è quindi Linda, un po’ come l’Harold Crick di Vero come la finzione (2006).
Tutti i personaggi si riveleranno quindi bugiardi, costretti ad indossare maschere nella vita per sembrare ciò che devono o sentono il bisogno di essere. Lo smascheramento coinciderà proprio con l’avvicinamento al teatro, che nella sua distintiva essenza finzionale risulta forse più reale della realtà stessa. Il travagliato distacco emotivo dall’opera teatrale porterà Linda all’acquisizione di una più lucida facoltà di giudizio, quando da lettrice diventerà scrittrice, e quindi da personaggio diventerà autore, riuscendo così a riscrivere il suo destino.