domenica, Novembre 24, 2024

The Lobster di Yorgos Lanthimos a Cannes 2015

Lo ha detto chiaramente in conferenza stampa lo stesso Yorgos Lanthimos; il suo primo film in lingua inglese si è ispirato in qualche modo al reality show di Channel 4 noto con il titolo di “The Hotel”, una dieta visiva influente e che in un certo senso riporta il suo cinema alla chiusura ludica di Kinodontas. Lanthimos ha guardato moltissime puntate dello show mentre stava scrivendo The Lobster, film ambientato in un futuro non troppo lontano dove le persone single devono cercare un partner entro un mese per non trasmigrare nella forma di un animale di loro scelta.
Interpretato da Colin Farrell nella parte di David, single tra i single in un pensionato adibito allo scopo, mentre Rachel Weisz è una donna affetta da una forte miopia ed è una fuggitiva nell’area della Foresta, il luogo occupato dai Loners, comunità che vive secondo le regole che non sono consentite all’interno dell’Hotel, quindi un mondo apparentemente più libero, ma in realtà regolato dalla medesima rigidità, forse ancor più brutale. Lea Seydoux è il capo di questa comunità dogmatica, un personaggio arcaico e inconoscibile.

Il film è stato realizzato secondo un processo cronologico dove solamente Colin Farrell si è trovato a lavorare durante tutto l’intero processo; la Weisz per esempio è arrivata sul set tre settimane prima della fine delle riprese, proprio nel momento in cui si effettuava il passaggio dall’Hotel alla Foresta, non aveva mai incontrato Colin e non conosceva nessuno del cast. La Weisz stessa ha raccontato la fisiologia dei Loners in questo modo: Sono rinnegati e vivono in contrasto rispetto alle regole del mondo. Completamente single, possono intessere rapporti di amicizia e intrattenere conversazioni ma non gli è permesso di flirtare o di baciarsi, devono rimanere da soli. La regola è di rimanere single, è una regola stretta e come tutte quelle del film, che sono moltissime, organizza i rapporti tra le persone”

In conferenza stampa qui a Cannes, Farrell ha dichiarato di non esser totalmente sicuro di aver capito il film di Lanthimos, che ha comunque definito come commovente e disturbante allo stesso tempo, invitando gli spettatori a farsi la propria idea, rispetto alle considerazioni del regista sull’amore e la monogamia.

Una questione di narcisismo per la Weisz: “nel film bisogna innamorarsi di qualcuno che ha qualità simili alle tue, penso che spesso l’amore sia un tantino narcisistico”

Secondo John C. Really, tra gli interpreti del film di Lanthimos c’è una relazione con l’atmosfera che si respirava in alcuni film di Kubrick, intepretato naturalisticamente e realisticamente ma all’interno di circostanze che erano davvero bizzarre, creando una discrasia tra ciò che è buffo e ciò che invece ha una cupezza di fondo.
Per Lea Seydoux, lavorare con il regista greco, ha significato seguire le sue istruzioni, senza pensare molto proprio perché il mondo rappresentato non esiste, seguendo quindi l’istinto e immaginandosi come avrebbe potuto essere.

Redazione IE Cinema
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