martedì, Novembre 5, 2024

The Postman’s White Nights di Andrei Konchalovsky la conferenza stampa a Venezia 71

In questo film volevo semplicemente mostrare lo scorrere della vita – il regista Andrei Konchalovsky – ci parla di “The Postman’s White Nights” in concorso a Venezia 71.

E’ vero che pensava di realizzare questo film senza distribuirlo?

Ogni artista crea le sue opere per condividerle con gli altri, perchè spera che a qualcuno piacerà quanto ha realizzato, ma il desiderio di piacere al pubblico può anche essere distruttivo. Sono felice di esser a Venezia 71 con il mio film, è stata un’esperienza nuova girare questa pellicola e mi fa piacere che si è rivelata di interesse per il festival. Ai concorsi in genere tutti vogliono ricevere un premio e questa è la parte meno piacevole per me, sono già stupito e molto felice di essere qui. Ho fatto il film prima di tutto per me stesso, era la prima volta in cui mi sentivo totalmente  libero sia per quanto riguarda il budget sia per la scelta degli attori, cercavo gente vera ed autentica, per mostrare la loro esistenza.

La realtà di questo film appare molto lontana dalla Russia di oggi, ci spiega la genesi di questo film ?

Ognuno è libero di pensare quello che vuole, non voglio spiegare il film, ogni spettatore può spiegarsi quello che vede come vuole. Non volevo dimostrare nulla ma solo far vedere la vita e l’esistenza quotidiana di queste persone, così com’erano. Penso che non ci sono storie noiose ma solo storie da raccontare.

Ci parla degli attori, vivono davvero come li ha descritti nel film?

Queste persone sono davvero così, quando siamo arrivati non sapevano cosa eravamo venuti a fare, erano così punto e basta, non hanno interpretato nessun ruolo in questo film.

Riguardo alla costruzione dei personaggi?

Non ho creato questi personaggi. Il mio compito è stato quello di trovare delle persone interessanti, campioni di alcune tipologie umane, con storie degne di nota, limitandomi a presentare cinematograficamente queste storie.

Durante le riprese gli attori hanno preferito far emergere alcune caratteristiche particolari della propria vita?

Fare un film è un processo molto complesso, un film è un mosaico, fatto di piccoli tasselli. Ci sono tanti elementi da considerare, ma la cosa essenziale che voglio dire è che in questo film non ci sono interpretazioni, c’è solo lo scorrere della vita, volevo rappresentare la vita reale di queste persone, senza costumi, sceneggiature o altro.  Volevo realizzare un film dove il pubblico non sentisse alcuna interpretazione, ma solo presentare un mondo anomalo. Chissà se sarò in grado di girare con dei veri attori dopo questo film.

Gli arredamenti delle case sono reali? Per esempio in una abitazione ho notato ben tre televisori

I televisori non funzionavano in realtà, solo uno era funzionante. Io non ho creato nulla. Le case, come i personaggi erano così come li vedete, non costruito niente prima di girate.  Ho voluto far vedere semplicemente i personaggi così come sono nella quotidianità delle loro esistenze.

Belye nochi pochtalona Alekseya Tryapitsyna (The Postman’s White Nights) di Andrei Konchalovsky – Russia, 90′ – Aleksey Tryapitsyn, Irina Ermolova, Timur Bondarenko

Sinossi:

Il film di  Konchalovsky  è ambientato in uno sperduto villaggio russo raggiungibile solo attraverso un lago, dove l’unico legame che gli abitanti hanno con il mondo esterno è rappresentato da un postino. Gli abitanti sembrano vivere completamente slegati dal resto del mondo, senza lavoro, servizi sociali, banche. La pellicola è basata su vicende vere e sono proprio le persone del villaggio a recitare la loro parte nel film.

Marco Pini
Marco Pini
Marco Pini si occupa di Web marketing, sviluppo web e web 2.0 da più di un decennio

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