domenica, Dicembre 22, 2024

The President di Mohsen Makhmalbaf: la conferenza stampa – Venezia 71 – Orizzonti

“Ho scelto un paese immaginario per incarnare tanti dittatori, di ieri, di oggi e purtroppo di domani”. Così Mohsen Makhmalbaf, regista iraniano autore del celebre Viaggio a Kandahar (2001), introduce il film “The President” alla mostra del cinema di Venezia, programmato nella sezione Orizzonti del Festival. Il film racconta la storia di un dittatore (Misha Gomiashvili) caduto in disgrazia dopo aver vissuto nel lusso, colpevole di aver governato con crudeltà il proprio paese ed averlo ridotto in estrema miseria.
Una volta deposto, si trova costretto ad un lungo viaggio nelle campagne del paese per salvare la propria vita e quella del nipote (Dachi Orvelashvili). Scoprirà una realtà di fame e miseria e si troverà faccia a faccia con il “suo” popolo.

Le foto dell’articolo sono di Alessandro Allori.

Il film si ispira a qualche personaggio storico in particolare?
No, vuole essere un ritratto satirico di tutti i dittatori che purtroppo continuano a governare in molti paesi. Personaggi che da lontano fanno paura ma che da vicino appaiono grotteschi ed a tratti ridicoli.

Qual’è la metafora che sta dietro alla figura del dittatore?
Tutti noi, quando nasciamo siamo bambini innocenti, alcuni di noi hanno opportunità di diventare simili ad un Dio ed avere potere sulle altre persone. Il dittatore rappresentato in “The President” è un Dio caduto nell’inferno che ha costruito per il proprio popolo.

Dal 2005 ha deciso di lavorare fuori dall’Iran. Diventando un regista apolide. Cosa significa per un artista non potersi esprimere nella propria patria?
E’ molto difficile essere un’artista e non potersi esprimere nel proprio linguaggio artistico. In questi anni il cinema iraniano si è diviso in 2 parti: alcuni registi hanno scelto di lavorare fuori dal paese per realizzare le proprie opere, altri sono rimasti in Iran dove trovano difficoltà a girare i propri lavori ed alcuni vengono arrestati.

Misha Gomiashvili, recita in questa pellicola la parte del dittatore padre padrone della sua terra.

Cosa ha significato impersonare un uomo così crudele e come si dispone un attore ad un ruolo così complesso?
Penso che sia  molto difficile rappresentare una persona che ha così tanto potere. Mi piaceva l’idea di interpretare il mio personaggio come un dittatore che pian piano, nel corso della narrazione, incontra le persone povere e disperate e capisce come ha ridotto il popolo di cui è stato padre padrone.

Dachi Orvelashvili, interpreta il nipote del dittatore rimasto orfano, un bambino che si dimostra molto affezionato al nonno, viziato ed innocente al tempo stesso.

Il film mette a confronto generazioni diverse per rimarcare l’innocenza dei bambini e la “corruzione” del potere?

Si, sono d’accordo con questa interpreatazione – racconta  Mohsen Makhmalbaf – ed aggiungo anche che, Dachi rappresenta l’innocenza perduta dal nonno dittatore. Nel corso del film il bambino pone al dittatore decaduto molte domande, come a volerne rappresentare una sorta di coscienza perduta. Cosa succederebbe se i dittatori della terra dovessero rispondere alle domande dei propri nipoti? Che risposte darebbero? Mi piacerebbe invitarli a visionare questo film con i propri nipoti. Concludo dicendo che “The President”, prima di essere un film sui dittatori è una pellicola sulla violenza. La violenza genera violenza.

The President di Mohsen Makhmalbaf – Georgia, Francia, Gran Bretagna, Germania, 115′ Misha Gomiashvili, Dachi Orvelashvili

Sinossi:
The President è il film d’apertura di Venezia 71, presentato nella sezione Orizzonti del festival, racconta la storia di un dittatore caduto in disgrazia dopo aver vissuto nel lusso, colpevole di aver governato con crudeltà il proprio paese ridotto in estrema miseria. Il dittatore per salvare la propria vita e quella di suo nipote è costretto a fuggire e a nascondersi.

 

 

Marco Pini
Marco Pini
Marco Pini si occupa di Web marketing, sviluppo web e web 2.0 da più di un decennio

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