lunedì, Novembre 18, 2024

The Walk di Robert Zemeckis: le Torri Gemelle nella New York degli anni 70

Robert Zemeckis torna con The Walk, portando sullo schermo l’impresa di Philippe Petit (Joseph Gordon-Levitt) e del suo mentore Papa Rudy (Ben Kingsley). È l’agosto del 74 e prima delle dimissioni di Nixon, Petit, funambolo francese, sorprende tutta New York camminando su una fune d’acciaio tesa tra le due torri gemelle non ancora inaugurate e occupate solo in modo parziale dal World Trade Center. Chi si trovò a guardare e a passare in quel momento, vide la strana danza di un uomo sospeso nel cielo.

Quando ho sentito parlare la prima volta di questa storia – ha detto Zemeckis – ho pensato, ‘Mio Dio, questo è un film che deve essere fatto a tutti i costi e deve essere assolutamente presentato in 3D”. Per Zemeckis evidentemente il 3D diventa un mezzo espressivo importante, per allineare lo sguardo dello spettatore a quello della posizione occupata da Petit, in un’inversione di quel senso di stupore sperimentato dagli astanti dell’epoca.

Il Regista Robert Zemeckis con Sir Ben Kingsley e Joseph Gordon-Levitt sul set della produzione TriStar Pictures' THE WALK.
Il Regista Robert Zemeckis con Sir Ben Kingsley e Joseph Gordon-Levitt sul set della produzione TriStar Pictures’ THE WALK.

Il film, oltre a mostrarci la storia di Petit ci consente di sperimentare il percorso sulla fune, immaginandosi una prospettiva impossibile, considerando che le uniche prove documentali che catturarono l’evento sono solamente una manciata di fotografie. Foto incredibili, come ha spiegato Joseph Gordon-Levitt, ma che raccontano una prospettiva diversa da quella scelta dal film di Zemeckis.

Grande lavoro per Kevin Baillie, supervisione dei VFX, che lavora al progetto da sette anni, ovvero sin dai tempi in cui collaborava con Zemeckis per Christmas Carol: “Abbiamo dovuto fare tutto – dice Baillie – dalla lobby del World Trade Center al centro della New York City del 1974. Il dipartimento delle scenografie ha costruito in un enorme teatro il tetto di una delle torri. Era un set impressionante, molto bello, ma la città intorno, la nebbia tra le torri, le torri
stesse che emergono dalla città, tutto è stato ottenuto in digitale, usando le fotografie come riferimento. Ovviamente quegli edifici non esistono più purtroppo, ma dovevano esserci, apparire reali e presenti al 1000 per 100, perché sono il cuore emotivo del film. Solo molto recentemente la tecnologia si è evoluta al punto di rendere possibile questa sfida

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All’inizio le Twin Towers non piacevano a nessuno e mentre le stavano tirando su a New York – ha aggiunto Zemeckis – tutti dicevano che sembravano degli enormi schedari per uffici. Poi, dopo la performance di Petit, la gente ha iniziato ad amarle, improvvisamente erano diventate poetiche, avevano subito una trasformazione. Avevano una personalità”.

Philippe Petit, che è stato coinvolto come consulente, racconta quanto l’esperienza in IMAX 3D sia assolutamente potente dal punto di vista dell’immersività. Gli ha consentito di tornare indietro nel tempo e rivivere il giorno più importante della sua vita

Joseph Gordon-Levitt, che interpreta Philippe Petit ha accettato la sfida di camminare su una fune, aspetto che viene reso con grande fisicità nel film proprio perchè Joseph ha davvero imparato a camminare in equilibrio sulla fune grazie agli insegnamenti dello stesso Philippe Petit. Alla fine, restare in equilibrio su una fune è una metafora della vita stessa e del mondo creativo di Petit.

La ricostruzione delle torri è frutto del lavoro di scenografia di Naomi Shohan e del già citato supervisore VFX Kevin Baillie; sei mesi di lavoro sul digitale combinati a quello su set dalle dimensioni enormi. Si sono basati sui progetti originali del Trade Center consentendo a Shohan di disegnare e costruire un
angolo enorme della Torre Sud, 40 piedi per 60, dove si svolge gran parte dell’azione. Shohan e il suo team, inoltre, hanno ricostruito un quarto del tetto 200×200 del Trade Center. Oltre alla ricostruzione della torre, Baillie e il suo team hanno lavorato ai dettagli di 30 piani di interni, ma anche la New York del 1974 per come la si vedeva dall’alto delle due Torri: quello che si vede dall’alto, pur basato da due giornate di volo in elicottero sulla città, è stato interamente ricostruito in digitale.

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Redazione IE Cinema
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