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Ti Guardo, Lorenzo Vigas parla del suo film

Esce in sala “Ti Guardo”, l’esordio dietro la macchina da presa di Lorenzo Vigas, promettente autore venezuelano che ha ottenuto il leone d’oro come miglior film allo scorso festival di Venezia.  Il film racconta di Armando, uomo della classe media che gestisce un laboratorio di protesi dentali. In una Caracas attraversata da una continua tensione violenta,  adesca giovani nelle strade ai margini della città. La sua incapacità di interagire con il mondo che lo circonda, lo spinge ad una pratica costantemente vojeuristica e senza alcuna possibilità di contatto. Armando paga per guardare, a volte si masturba, altre volte no. Incontrerà Elder un ragazzo di strada che vive di piccoli furti; apparentemente si instaura un rapporto più intimo e di maggiore intesa. La mancanza di una figura paterna di riferimento è quella che lega i due uomini, tema che Vigas aveva già esaminato nel suo cortometraggio Los elefantes nunca olvidan, presentato al festival di Cannes. “Ti Guardo” gravita in un certo senso intorno al cinema di Pablo Larrain, il direttore della fotografia, Sergio Armstrong, è sodale del regista cileno e nella parte di Armando c’è Alfredo Castro, volto frequente nel cinema di Larrain.

Leggi la recensione del film

Una trilogia

“Si tratta del secondo episodio di una trilogia di un tema che mi ha sempre interessato come il rapporto tra giovani e adulti. Tanti pensano che abbia avuto un brutto rapporto con mio padre invece non è così. Ho semplicemente a cuore la tematica”.

La sceneggiatura

“Alfredo castro non ha partecipato alla realizzazione della sceneggiatura però mi ha aiutato molto nella storia, abbiamo parlato molto ed è stato decisivo. Tra me è lui c’è di mezzo un buon rapporto di amicizia che va oltre il lavoro”.

Il personaggio di Elder

“Si tratta di un personaggio complesso che soffre la carenza di legami familiari e incontra una persona che bene o male gli fa da padre. All’inizio lo fa per pura convenienza ma poi intravede in lui quella persona che la vita gli ha negato ovvero il padre”.

I contrasti sociali in Venezuela

“La base del film è focalizzare l’attenzione sui contrasti sociali che ci sono attualmente in Venezuela. La sicurezza dell’uomo benestante rapportata con quella del ragazzo costretto come tanti nel mio paese a uscire ogni giorno di casa alla ricerca disperata di qualcosa da fare. Tutto questo genera inevitabilmente  violenza”.

Tra Cile e Venezuela. Perchè la scelta di Alfredo Castro

“In questo lavoro convergono molti paesi come Cile, Brasile e Venezuela. Il Sud America ha elementi comuni che lo caratterizzano come la profonda differenza tra le classi sociali. Tra chi ha tutto e chi non ha niente.

La società Venezuelana

“La questione degli orfani è legata alla situazione attuale del Venezuela. Tanti giovani non hanno futuro e l’unica possibilità è la strada. Il ragazzo incontra una persona che gli riempie la pancia e gli da quello che non ha mai avuto. Si vedono tutti i lati del mio paese in questo film. Non si tratta però di una pellicola che tratta meramente del tema dell’omosessualità, se una donna di 60 anni gli avesse dato le stesse cose il ragazzo avrebbe reagito nella stessa maniera. Si tratta di una carenza affettiva e basta. Per il resto è vero viviamo in società maschiliste con ampi settori che rifiutano il discorso dell’omosessualità”.

L’America latina

“I popoli del Sud America sono legati ma non troppo. Almeno a livello cinematografico stiamo cercando di interagire perché è veramente difficile da noi vedere film di paesi anche vicini. Il nostro status di ex colonie ci ha fatto guardare a lungo alla madre patria Spagna e a disprezzarci tra vicini, questo concetto deve cambiare”.

Il titolo (Desde Allà in lingua originale)

“Il titolo vuole essere emblematico di questa incapacità nel creare legami emotivi forti. Abbiamo parlato di una persona che fondamentalmente non si lascia toccare”.

 

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