Extraterrestrial del duo di giovani registi “The Vicious Brothers”, ovvero Colin Minihan e Stuart Ortiz, è un film banale, che sfrutta stereotipi ritriti dal genere fantascientifico e addirittura rende omaggio alla serie televisiva X-Files, ai suoi toni dalle vibrazioni horror.
Le situazioni tensive sono facilmente risolte con un utilizzo esplicito degli effetti sonori, che alla fine per la loro assidua frequenza finiscono per smorzare l’effetto emozionale ambito. Un film che insomma avrebbe forse voluto far paura, ma che giocando su forme stereotipate senza la forza di trasformarle in linguaggio, genera il classico effetto comico involontario: alieni cattivi che rapiscono umani per attuare test crudeli e depravati, il veterano della guerra fanatico che grida al complotto, il poliziotto duro ma sentimentale che indaga e si tormenta per scoprire la verità. Il tutto spinto verso la prevedibilità più che dalle parti di una divertita sarabanda pulp.
La morbosità dei Vicious Brothers traspare poi in sconnesse e inspiegabili scene sadiche come per esempio quella della sanguinolenta sonda anale aliena e la prassi che consente l’inserimento di chip semiorganici sottopelle, un rimando non troppo nascosto alle “abduction” estreme di Gordon/Yuzna.
È poi un immaginario di derivazione spielbergheriana, con strizzatine d’occhio a Zemeckis o al Matrix dei Wachowski, membrane organiche, risvegli in altri mondi, fino ad un finale sdolcinato mitigato da un crudele colpo di scena, tutto sommato prevedibile, che rimanda sempre alla serie tv già citata: complottismo del governo, efferati e reciproci assassinii tra alieni e umani, la verità che sfugge da tutte le parti.
Mentre l’aspetto degli alieni, inutile dirlo, risponde alla consueta forma, esile e longilinea, dai grandi occhi neri, così come quella degli oggetti volanti non identificati. E seppure i due autori giustificano tali scelte proprio per restare fedeli all’immaginario comune e ottenere un effetto più realistico degli eventi, a noi sembra solo una facile scappatoia per giustificare l’ormai pigro ricorso all’immaginazione popolare invece di scegliere una più attrattiva reinterpretazione e risemantizzazione dei normali codici di genere.
Extraterrestrial è un classico film di alieni, insomma, che sfrutta l’ormai abusata situazione del cottage isolato nel bosco e del gruppo di giovani che finiscono con l’essere attaccati da sconosciute presenze. In un miscuglio di generi che convince poco, sulla falsariga di autori inarrivabili come Carpenter.