domenica, Novembre 17, 2024

Turist (Force Majeure) di Ruben Östlund a Cannes 2014

Una famiglia Svedese è in viaggio verso le Alpi francesi per godersi alcuni giorni di vacanza sugli sci e passare un po’ di tempo libero insieme. Il sole è altissimo e la giornata sembra perfetta, ma durante l’ora di pranzo in un ristorante addossato alla montagna, una valanga si abbatte sul luogo con straordinaria violenza. Mentre tutti fuggono, Ebba, la madre di famiglia, protegge istintivamente il figlio e chiede aiuto al marito, ma Tomas corre via, cercando di salvarsi la vita. Terminato il pericolo senza danni particolari per le persone, la realtà torna apparentemente normale, apparentemente perchè il disastro annunciato ha cambiato totalmente gli equilibri famigliari. Ebba si interroga sul comportamento di Tom e i ruoli non saranno più bilanciati; da qui in poi, il matrimonio della coppia subirà una forte crisi e Tomas cercherà di riassumere il suo ruolo di patriarca.

Per Ruben Östlund “Force Majeure” nasce da una domanda: “come si comporterebbero le persone sottoposte agli effetti immediati di una calamità improvvisa? Volevo raccontare di una reazione inaspettata e le conseguenze che una paura primaria può generare nell’assetto di una famiglia”. L’occasione per lavorare su questa sceneggiatura è un episodio analogo accaduto ad una coppia di amici del regista: “mentre si trovavano in America Latina per una vacanza, un gruppo di uomini armati irrompono aprendo il fuoco. Istintivamente il marito scappa a gambe levate, lasciando la moglie da sola e senza protezione; da qui ho fatto alcune ricerche su casi analoghi legati a disastri di vario tipo, dai naufragi agli Tsunami, verificando che c’è una costante che sovverte i ruoli codificati, con gli uomini che fuggono e che in una situazione estrema non proteggono le loro donne. Molti matrimoni finiscono dopo situazioni di questo tipo. Per questo ho voluto lavorare sull’immagine dell’uomo, che secondo un ruolo codificato, dovrebbe essere votato alla protezione del nucleo affrontando qualsiasi pericolo gli si pari davanti”

Anche per la location Östlund ha cercato di lavorare sull’immagine occidentale delle vacanze, ambientando il film nel complesso Les Arcs, costruito negli anni 50 con un preciso intento che offrisse l’idea di nido famigliare inserito in un contesto isolato e protetto, dove finalmente la figura paterna potesse dedicare tempo ai propri figli. Ma in questo contesto, il padre deve confrontarsi con la violenza improvvisa della natura, dove l’istinto di sopravvivenza ha la meglio su qualsiasi altro sentimento razionale: “quello che mi interessava descrivere erano le reciproche aspettative nell’ambito famigliare, Tomas non può facilmente giustificarsi per le sue azioni, ed Ebba deve per forza ammettere che suo marito e il padre dei suoi figli, è fuggito di fronte al pericolo lasciandoli da soli. Questi ruoli codificati dalla società non corrispondono a comportamenti e situazioni, in termini statistici per esempio i sopravvissuti a disastri navali sono più uomini che donne”

Ma il film di Östlund non è certo una fredda analisi, è interessato a documentare “lo sviluppo di un sentimento, e i tentativi di una coppia nel trovare una nuova strada e nuove forme di empatia e solidarietà”

Ruben Östlund è nato a Styrso, piccola città sulla costa occidentale della Svezia, dopo gli studi fonda la sua casa di produzione Plattform Produktion insieme a Eric Hemmendorff. Il suo film di debutto, The Guitar Mongoloid, ha vinto il premio FIPRESCI nel 2005, e la sua prima presenza a Cannes risale al 2008, dove ha presentato nella sezione “Un certain regard” il suo “involuntary”. Nel 2010 vince l’orso d’oro a Berlino nella sezione cortometraggi con il film “incident in a bank”, film principalmente digitale, che conferma il suo stile tra realismo e manipolazione CGI. Ottiene il premio “Coup de coeur” a Cannes 2011 con il suo terzo lungometraggio intitolato “Play”, candidato anche al prestigioso premio LUX.

Force Majeure è il suo quarto lungometraggio ed è presente a Cannes 2014 nella sezione “Un certain regard”

Redazione IE Cinema
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