Kore-eda Hirokazu ha presentato a Cannes in concorso il suo nuovo film tratto dalla graphic novel di Yoshida Akimi “Umimachi Diary”. Ambientato nella città di Kamakura, il libro racconta, con grande senso del realismo, il rapporto tra quattro sorelle e la relazione attraversata dalla gentilezza e dal dolore con le persone che vivono nella stessa città. Nel film di Kore-eda Hirokazu, le tre sorelle che vivono insieme in una grande casa, si trasferiscono verso la campagna in occasione del funerale del padre che non vedono da quindici anni. Incontreranno la sorellastra e la inviteranno a vivere con loro.
In conferenza stampa a Cannes era presente tutto il cast femminile (Ayase Haruka, Nagasawa Masami, Kaho e Hirose Suzu) insieme al regista giapponese Kore-eda Hirokazu.
La prima domanda rivolta al regista poneva la questione del suo rapporto con il cinema di Ozu: “tutte le volte che vengo in occidente“, ha risposto Kore-eda Hirokazu “e specialmente in territorio europeo, mi viene sempre chiesto del mio rapporto con il cinema di Ozu; da un certo punto di vista è un peso, ma sicuramente il fatto che ci siano alcune similitudini è possibile, anche per il fatto che il mio cinema si concentra sulle storie delle persone, sul modo in cui il tempo trascorre, le cose si evolvono e lasciano tracce dietro di se. In questo senso il mio lavoro può essere considerato simile a quello di Ozu, ma non chiedo mai ai miei attori e alle mie attrici di guardare i film di Ozu o di trarre ispirazione da essi, anche se personalmente, prima di partire con la realizzazione di questo progetto, ho guardato nuovamente e con sguardo vergine i film di Ozu”
Sulla presenza di Hou Hsiao-hsien in concorso, autore che lo stesso Kore-eda ha definito un padre, gli è stato chiesto quali fossero le sue sensazioni: “Ho già avuto l’opportunità di incontrare e di conoscere meglio Hou Hsiao-hsien quando ho realizzato un documentario su di lui; per me è una figura che ha un valore quasi paterno, ed è bello essere con lui in concorso, mi fa pensare retrospettivamente a tutti i miei vent’anni di carriera”
Un giornalista ha chiesto a Kore-eda se l’utilizzo della musica e la maggior dolcezza di questo film (definito dal giornalista stesso “troppo dolce”) non nascondesse alcune ambizioni commerciali: “la storia di queste quattro sorelle” ha risposto Kore-eda “necessitava di una musica di impianto classico, per questo ne ho discusso con chi ha curato la colonna sonora, ottenendo un risultato molto soddisfacente, e non c’era alcuna ambizione commerciale, anche se chi ha composto le musiche è Yoko Kanno. Per quanto riguarda la dolcezza – ha aggiunto Kore-eda – credo sia avvolto da una luce di gentilezza, e il tempo del racconto non ha uno svolgimento propriamente lineare, il tempo è come un ciclo, si evolve e non è esclusivamente lineare”
Kore-eda, in altre occasioni ha anche detto quanto per lui fosse importante sviluppare il film dal punto di vista dell’ambiente, non solo in relazione alla bellezza naturale di Kamakura, ma accettando l’attitudine stessa della città marittima che assorbe e abbraccia tutto. La consapevolezza di essere come un granello di sabbia che forma una parte del tutto, perché la città e il tempo in quel luogo, continua anche quando le cose sono già passate.
Da questo punto di vista, la collaborazione con Takimoto Mikiya, direttore della fotografia anche per Like father, like son? ha consentito a Kore-eda di impostare la posizione degli attori come nel cinema di Ozu Yasujiro, osservando e valorizzando le quattro sorelle come parte del paesaggio stesso.
Allo stesso modo, il coinvolgimento di Yoko Kanno nel film, come autrice della colonna sonora, è stato pensato con l’idea di rappresentare le quattro sorelle come se fossero un quartetto d’archi