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Zerrumpelt Herz ( The council of birds) di Timm Kröger – Venezia 71, Settimana della Critica

Nel 1929 il maestro di musica Paul Leinert riceve una lettera inaspettata dal suo vecchio amico Otto Schiffmann, un giovane compositore di talento che ha lasciato Berlino in seguito ad un matrimonio fallito. La lettera è un invito a far visita ad Otto nella sua casa situata nel bosco per conoscere i dettagli del suo nuovo lavoro, una sinfonia che ha necessitato di una lunga preparazione e per questo molto attesa. Paul porterà con sé la moglie Anna e il collega Willi, ma una volta arrivati all’abitazione del compositore, Otto non si trova. Mentre i tre lo cercano, Paul nota qualcosa di strano nel canto degli uccelli. Questo lo porterà alla ricerca di qualcosa di intangibile nei meandri della foresta.

Da questo spunto si svilupppa la narrazione del film d’esordio di Timm Kroger, realizzato come lungometraggio di diploma, è un viaggio iniziatico che coinvolge i desideri profondi e irrealizzati dei protagonisti. Il talento di Paul, paragonato a quello del suo amico Otto è poca cosa, per questo si è dedicato all’insegnamento. Una frustrazione percepibile quando in una discussione con la moglie Paul confida le sue ansie proprio su quel letto che è anche spazio di insoddisfazione sessuale per la coppia, anche per questo la scelta di portare l’amico Will nel viaggio verso la casa di Otto, rappresenterà un tentativo di porre un filtro tra se e la moglie, per non affrontare con lei la crisi in corso e per concentrarsi sull’unica cosa che gli interessa, la musica.

D’altro canto, Anna riscatterà il disinteresse del marito con un amplesso furioso consumato insieme ad Otto, riemerso da un’esperienza oltre la realtà sensibile, e guidato dalle forze della natura, le stesse che lo inghiottiranno nuovamente tra gli alberi e i misteriosi canti degli uccelli.

Gli stessi uccelli saranno un segnale per Paul, il motivo che cinguettano fa parte della partitura composta da Otto, e per l’insegnante saranno stimolo per una ricerca della fonte d’ispirazione originaria attraverso la natura. Lo spazio dove Otto si è ritirato è un’isola che questi ha raggiunto dopo aver reciso tutti i legami con la vita precedente. Le uniche indicazioni sull’isola vengono ritrovate da Paul e Will in una serie di mappe disegnate dallo stesso Otto e lasciate nella sua abitazione.

Lo stile di Kroger è di ascendenza fortemente pittorica, e al di là del periodo di ambientazione,  si ispira a molta arte del secolo precedente, una scelta radicalizzata dall’utilizzo della pellicola 35mm e dall’impiego di luci naturali come conferma di una volontà precisa sia in termini espressivi che cromatici, volti a raggiungere quello “struggimento” di matrice romantica che permea l’opera. Le lunghe  inquadrature che usa Kroger sono  motivate da questo approccio ambientale: ogni particolare sonoro e visuale sfiora la sstaticità “viva” del tableaux vivant,  e gli permette di agire con forte intensità sulle emozioni dei suoi personaggi e dello stesso spettatore, con un processo di tipo immersivo.

Il tema musicale del brano incompiuto di Otto, suggeritogli dalla natura attravverso gli uccelli, attraversa per tutto il film, una forza invisibile che inflluenza in modo decisivo le vite dei personaggi.  Opera potente ed esoterica, quella di Timm Kroger supera di gran lunga le ambizioni di un film universitario; siamo molto curiosi di vederlo all’opera con un nuovo progetto.

 

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