Giorgio Bonsanti, presidente del Festival dei Popoli: «I 51 anni di Festival dei Popoli sono una tappa importante, ma rischiano anche di diventare una zavorra se ci si accontenta o si diventa autoreferenziali. Questo è un festival che si rimette sempre in moto, è un ragazzo che ha voglia di correre e di cambiare. Per ciò che riguarda fondi e finanziamenti il problema è reale e non trascurabile, ma i soldi, non sono altro che il punto di partenza. Il punto focale di questa edizione è nelle collaborazioni che sono a largo raggio.»
Luciano Barisone, direttore del festival invita ad una riflessione sul logo scelto per questa edizione: «L’immagine del bambino che punta il cannocchiale verso il cielo non è casuale, è un invito a guardare lontano e ad andare verso il futuro. Spesso si pensa al documentario come a qualcosa di noioso, ma è un vecchio clichè; è uno strumento che veicola informazione ma anche emozione tramite la sua forma cinematografica. Con questa edizione ci proponiamo di andare verso un cinema documentario che interessi il mercato, la critica ed ovviamente il pubblico. Saranno numerosi gli addetti ai lavori che potranno vedere le novità del mercato italiano, come il film di Giovanni Donfrancesco Oro Splendente. Ritorno in Cambogia che racconta la situazione odierna di un paese geograficamente molto distante. Tra i titoli in programma segnalo inoltre My Rencarnation di Jennifer Fox che parla del rapporto tra padri e figli e dei valori che si trasmettono da una generazione all’altra raccontando una vicenda coinvolgente, When you’re strange di Tom Dicillo sulla figura di Jim Morrison, che approfondisce un aspetto della vita di questo straordinario personaggio, ovvero i suoi studi cinematografici, con spezzoni di materiale girato da lui stesso. Sarà poi presentata la prima prova di Lou Reed in veste di documentarista, Red Shirley.»
Raffaele Brunetti, direttore di Italian Doc Screening ha puntualizzato l’importanza della visibilità e fruibilità dei documentari per gli addetti ai lavori all’interno della rassegna e ha ricordato il successo degli showcase svoltisi a Todi, Venezia e Trento «Si propone l’idea di un mercato all’interno del festival, una vetrina per il documentario italiano. Il nostro comitato si occupa di raccogliere i progetti che vengono presentati ai buyers delle televisioni di tutto il mondo che potranno vedere tutti i documentari anche in rete per mezzo di una libreria on-line alla quale si accede tramite una password. Anche l’area dei dibattiti si presenta molto interessante e testimonia la crescita dell’interesse per il documentario italiano negli ultimi anni.»
Luciano Barisone riporta l’attenzione sullo scarso interesse delle televisioni italiane per il documentario: «La televisione italiana non dimostra interesse, quindi è chiaro che i documentaristi si fanno più attenti al mercato internazionale; sono prodotti che sicuramente all’estero suscitano più interesse. Il problema del marketing non è però solo italiano, ovunque nelle produzioni documentaristiche mancano i fondi destinati alla promozione.»
L’incontro si è concluso con un breve intervento di Angela Dal Piaz, che ha presentato i saluti e gli in bocca al lupo di Luca Zingaretti, da sempre spettatore interessato appassionato di documentari e direttore artistico della Festa del Documentario di Siena, un genuino interesse e una passione che potrebbe essere, come ha spiegato Angela Dal Piaz, le fondamenta per un ponte fra le due città toscane e le due iniziative.