giovedì, Settembre 19, 2024

Donne e storia del cinema a cura di Cristina Jandelli

È per l’11 ottobre l’appuntamento con Donne e Storia del Cinema, la giornata di studio e proiezioni a cura di Cristina Jandelli che è anteprima della 32esima edizione del Festival Internazionale di Cinema e Donne in programma dal 5 all’11 novembre in seno alla 50 Giorni di Cinema a Firenze. Apriranno l’incontro, alle 15 presso l’Altana di Palazzo Strozzi, Jane M. Gaines (Columbia University) e Monica Dall’Asta (Università di Bologna) con la conferenza Women Film History as Metahistory moderata da Sandro Bernardi (Università degli Studi di Firenze). Seguirà alle 17, 30 al Cinema Odeon nell’ambito di Not So Silent / Pioniere del muto italiano la proiezione di Umanità (1919) di Elvira Giannelli, ‘A Santanotte (1922) di Evira Notari e Lea e il gomitolo (1913) con Lea Giunchi «Fino agli anni 20 la produzione cinematografica è stata anarchica e costituita da piccole imprese a volte locali in cui erano impiegate molte donne con le più varie mansioni, ad esempio c’erano molte produttrici. Penso a figure come quella di Elvira Notari la più grande regista italiana del periodo muto che ha auto relazioni professionali anche con gli Stati Uniti, a Daisy Sylvan che fu attrice prima di aprire la sua società a Firenze e alle molte donne sconosciute che furono impiegate nell’industria del cinema muto in paesi come l’Egitto e la Georgia.», così ha introdotto l’iniziativa la sua curatrice, Cristina Jandelli (Università degli studi di Firenze), durante la conferenza stampa che si è tenuta il 7 ottobre alla Mediateca Toscana Film Commission di via San Gallo, e ha proseguito «Il primo film in programma, Umanità (1919), è di straordinario interesse, un film pedagogico tratto dal racconto di Vittorio Emanuele Bravetta Tranquillino dopo la guerra vuol ricreare il mondo che lancia un messaggio molto forte contro la guerra con molte scene girate in esterni proprio sul Carso.‘A Santanotte (1922) un dramma diretto da Elvira Notari ispirato ad una canzone popolare napoletana e Lea e il gomitolo (1913) una vera e propria “comica finale” interpretato dall’artista circense Lea Giunchi. Gli anni del cinema muto hanno visto una grande presenza femminile e c’è una nuova storiografia che si sta occupando di questo. È importante diffondere un’iniziativa come questa, ad ingresso gratuito e che attribuirà crediti formativi agli studenti universitari che vi parteciperanno»

«Il cinema muto italiano è stato estromesso dalla storia sociale, ma le cose stanno cambiando» ha aggiunto Maria Teresa D’Arcangelo responsabile e coordinatrice del Festival di Cinema e Donne «Ne è la dimostrazione il fatto che il nostro festival è arrivato alla sua 32esima edizione e che l’interesse intorno alle vite di queste affascinanti pioniere del cinema muto sta crescendo. Si sono realizzate mostre dedicate a Alice Guy ed Asta Nielsen, e la sesta edizione del convegno internazionale Donne e Cinema Muto che si è tenuto a Bologna lo scorso giugno ha visto una forte presenza di studiose impegnate nel recupero di questo fenomeno sociale e culturale.»

Questo il programma della giornata di studi:

Il film che apre il programma, Umanità di Elvira Giallanella (1919), è un’opera senza paragoni nella produzione coeva. Tratto dal racconto ottocentesco Tranquillino dopo la guerra vuol ricreare il mondo di Vittorio Emanuele Bravetta fu in parte girato sul Carso, nei veri luoghi di battaglia del primo conflitto mondiale e resta il tentativo singolare di una donna di testimoniare il proprio impegno contro la guerra. La regista e produttrice di quest’opera pedagogica rivolta all’infanzia è una pioniera italiana ancora pressoché sconosciuta.

Segue A Santanotte di Elvira Notari (1922), uno dei massimi successi della casa di produzione napoletana Dora Film e fra le opere più importanti della maggiore regista italiana del periodo muto. Protagonista di questo “dramma popolare passionale” (come recita il sottotitolo), Nanninella è una donna sventurata: angariata dal padre, malinconica e martire, appartiene alle galleria di maschere moderne cui la Notari ha dato vita. Il film è tratto da una canzone popolare di grande successo e presenta numerose riprese in esterni.

Lea e il gomitolo (Cines, 1913) è il breve film comico che, come nei programmi cinematografici delle origini, chiude il ciclo di proiezioni. Si tratta di un piccolo gioiello del cinema muto italiano. Questo breve film, interpretato dalla circense Lea Giunchi, sprigiona con massima energia il desiderio di liberazione dagli obblighi della vita domestica di una ragazza d’inizio novecento.

Redazione IE Cinema
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