Lo scorso 17 dicembre Jean Rollin è morto a 72 anni dopo una lunga lotta con una malattia degenerativa. Regista attivo sin dalla fine degli anni ’50 firma nel 1968 Le viol du vampire, primo di una lunga serie di pellicole dove la figura del vampiro diventa un luogo di transito tra sogno e morte. Più attento alla superficie e molto meno coraggioso di Jess Franco, con il grande regista spagnolo, Rollin condivideva la capacità di scavalcare i margini della produzione cinematografica, anche quella istituzionalmente di serie B, abbandonandosi alla vertigine degli pseudonimi, a produzioni ancora minori, a esplorazioni decise nel mondo del porno. L’erotismo di Rollin ha quasi sempre una consistenza pittorica che assume maggiore importanza rispetto alla coerenza narrativa delle sue produzioni; i suoi film sono strani sogni di superficie, visioni dipinte su tela, orgie necrofile che ci illudono di combattere la morte con la contemplazione del desiderio.
Le morte vivante (fr. 1982)
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