È stato presentato a Firenze in anteprima il nuovo film diretto da Sergio Castellitto e scritto da Margaret Mazzantini: La bellezza del somaro nelle sale da oggi 17 dicembre. Una commedia generazionale agrodolce, che vede due genitori borghesi e radical-chic (Sergio Castellitto e Laura Morante) alle prese con la figlia adolescente (Nina Torresi) che, durante un week end nella casa di campagna in Val d’Orcia, presenta loro il suo nuovo amore, Armando, un signore prossimo ai 70 anni (Enzo Jannacci). L’incursione dell’attempato boy-friend metterà a dura prova gli equilibri già fragilissimi della famiglia Sinibaldi e quelli dei loro ospiti, tra cui 2 coppie di mezza età alle prese anche loro con i problemi con i figli, portando però a galla incomprensioni, malumori e tensioni che, se non proprio risolti, sposteranno i rapporti su un piano diverso da quello della freddezza e del distacco iniziale fra le due generazioni.
Sergio Castellitto e Nina Torresi hanno incontrato il pubblico dei giornalisti fiorentini dopo la proiezione riservata alla stampa al cinema Odeon di Firenze.
Perché la Toscana come location di questo film? Forse perché meta preferita delle vacanze dei radical-chic?
Sergio Castellitto: Beh, diciamo che di solito i radical-chic hanno i mezzi per scegliere degli splendidi luoghi dove andare in vacanza e la Toscana è ovviamente al primo posto. Personalmente la amo molto e ho una casa a San Casciano dei Bagni da tanti anni. Per questo tipo di commedia dal sapore un po’ british abbiamo voluto creare un prologo urbano fatto di marmi fascisti e traffico per poi immergersi nel verde della campagna toscana.
(A Nina Torresi) Come è stata questa esperienza?
Come una vacanza-studio: ho visto posti fantastici e sono stata a contatto con attori di grande spessore imparando moltissimo. È stato tutto molto più semplice di quanto avevo creduto e Sergio mi ha davvero aiutato.
Come mai per interpretare Armando la scelta è caduta proprio su Enzo Jannacci?
Sergio Castellitto: Senz’altro perché, pur non essendo un attore professionista, è un’icona, un animale da palcoscenico. Ha donato a questo personaggio che è uno dei protagonisti emotivi di questo film, colui che scatena tutto, una grande sensualità.
Non pensa che questo film rischi un po’ di cadere in un luogo comune (coppia di mezza età in crisi, figli ribelli, conflitti generazionali)?
Sergio Castellitto: La commedia si nutre da sempre di luoghi comuni, li sputtana per trarne degli insegnamenti. Penso al grande luogo comune che stava dietro a Indovina chi viene a cena, un film nel quale, con modalità diverse, dei genitori si trovavano ad affrontare una situazione simile a questa, una coppia democratica e anche illuminata per quegli anni che vedeva la propria figlia fidanzata ad un uomo di colore. Questo mi da lo spunto per un’altra riflessione: nella società odierna, oltre ad aver superato lo shock di Spencer Tracy e Katherine Hepburn, sembra che praticamente tutto sia permesso, dal matrimonio misto all’omosessualità dichiarata, dall’uso di droghe all’adulterio, l’unica cosa che non è permessa pare che sia l’invecchiare. I personaggio del film tentano disperatamente di non invecchiare, prendono il viagra, hanno amanti più giovani e vestono come ragazzini. L’unico che si può prendere il lusso ed anche il piacere della vecchiaia e della lentezza è proprio Armando\Jannacci .
Come si comporterebbe Sergio genitore in una situazione del genere?
Sergio Castellitto: (Ride) Mi prenderebbe sicuramente un colpo! Mi chiederei come mai e cercherei di capire. Ammetto però che sarei scioccato anche se mia figlia tornasse a casa con un musulmano integralista, mi farebbe paura pensarla un domani con il burqa. Mi ritengo un buon padre, anche se forse un po’ ottuso, che non è necessariamente una qualità negativa perché stimola un continuo confronto con i miei figli.
Nel film ci sono molti richiami alla commedia classica, ad esempio le torte in faccia.
Sergio Castellitto: Sono delle citazioni da spettatore più che da cinefilo. Credo che nella commedia debba esserci tutto, dalla malinconia cattivissima tipica della commedia all’italiana a Cechov, dall’attualità alla politica. Deve essere uno zoo nel quale identificarsi.
La sceneggiatura di questo film, scritta da Margaret Mazzantini, sembra quasi quella una piece teatrale.
Sergio Castellitto: È qualcosa su cui stiamo lavorando. È vero, la sceneggiatura ha un impianto teatrale e la forma alla quale stiamo pensando è quella del musical. Margaret ha delineato con precisione i caratteri dei personaggi sia nella scrittura che nella realizzazione; anche alcune scelte sui costumi sono opera sua.
Gli adulti non escono bene da questa storia, ma sorte migliore non tocca certo ai ragazzi. Il personaggio di Rosa, la figlia dei protagonisti, parla addirittura di suicidio.
Sergio Castellitto: Non so spiegare se questo sia dovuto al fatto che i ragazzi sono tristi o dal fatto che sono arrabbiati. Nella storia si trovano sicuramente a sperimentare la crudezza di rapporti umani che dovranno affrontare da adulti. Anche io da ragazzo, come racconta Rosa nel film, pensavo al suicidio e a come sarebbe stato il mio funerale, a cosa avrebbero pensato i miei amici.
Nina Torresi: Probabilmente Rosa si butta su questo uomo di 70 anni perché è alla ricerca di una figura veramente adulta. Io ho molti punti in comune con lei, anche perché i miei genitori appartengono alla stessa generazione; personalmente credo che i ruoli genitori-figli vadano rispettati, ma con equilibrio.
Quale è la colpa, se c’è, delle nuove generazioni?
Sergio Castellitto: Non mi piace classificare i ragazzi, anche perché non li riconosco nel ritratto che ne fanno le inchieste dei media. Non sono tutti sport o tutti blog, sono inclassificabili. Mi capita di incontrarne alcuni che sono molto curiosi e altri che invece sono molto superficiali, per cui è molto difficile farne un ritratto.