Marcel Marx, noto scrittore, si è ritirato in un esilio volontario presso il porto della città di Le Havre come lustrascarpe, un’occupazione che lui considera onorevolissima, in quanto gli permette di rimanere in contatto con le persone del posto e in qualche modo di servirle. Seppelliti i suoi desideri letterari, vive felicemente tra il suo bar preferito, il suo lavoro e sua moglie, Arletty, fino a quando il destino lo porta ad incrociare la vita di un giovanissimo immigrato clandestino Africano. Mentre Arletty si ammala, Marcel deve combattere contro l’indifferenza dello stato e della burocrazia occidentale, sostenuto solo dalla fraternità degli abitanti del paese. Per Aki Kaurismaki “il cinema Europeo non si è occupato in modo approfondito della crisi morale che colpisce le istituzioni, politiche, sociali e morali sul tema dei clandestini; i clandestini che cercano di trovare la loro via nell’unione Europea e il loro trattamento sotto standard accettabili. Non ho risposte a riguardo, ma vorrei affrontare il problema con questo film “anti-realistico“; sempre Kaurismaki, nell’intervista che è possibile leggere all’interno dei press kit diffusi a Cannes dice; “Ho in mente questo progetto da anni, ma non sapevo come filmarlo; principalmente la storia potrebbe accadere in qualsiasi luogo Europeo, eccetto forse il Vaticano…..i posti più probabili avrebbero potuto essere la Grecia, L’Italia, la Spagna, perchè sopportano la pressione più pesante causata dal problema (per dirlo in modo molto lieve). Ho viaggiato con la macchina per tutta la costa, da Genova all’olanda e ho trovato quello che cercavo dalla città del Blues, del soul e del Rock’n’roll, Le Havre! [….] Ho sempre preferito la versione della fiaba, dove cappuccetto rosso mangia il lupo e non il contrario, ma nella vita reale preferisco i lupi ai pallidi uomini di Wall Street […] Le Havre è la Memphis (Tennessee) della Francia e Little Bob a.k.a. Roberto Piazza è l’Elvis di questo regno per un periodo lungo quanto la presenza di Johnny Hallyday a Parigi!.”