Mani Kaul, uno dei pionieri del cinema Hindi allievo di Ritwik Ghatak, autore di film come Duvidha e il fulminante esordio con Uski Roti , vero e proprio manifesto della “nuova onda” del cinema Indiano, è morto oggi all’età di 66 anni; nel 1989 il regista indiano fu premiato con il National Film Award per il suo documentario Siddheshwari, dedicato appunto a Siddheswari Devi nota cantante popolare conosciuta anche come Maa. Il film più acclamato di Kaul è sicuramente Duvidha, realizzato nel 1973 è un esempio quasi Godardiano nell’impiego di fotografie, fermi immagine, jump cuts e immagini ripetute che mostrano la nozione di manipolazione del tempo; nel cinema di Kaul passato, presente e futuro sono sempre in dialogo. Insieme a Kumar Shahani, è il cineasta indiano che ha indagato più di altri la relazione dell’immagine con la forma, dalle parola con la narrazione, nel tentativo di creare un oggetto cinematico puro.