Lunedì 12 Aprile, ore 17.30, presso la sede di FST – Mediateca Toscana Film Commission (Via San Gallo, 25, Firenze), si terrà l’iniziativa Pinocchio ieri ed oggi: i luoghi e la storia, che prevederà la proiezione del documentario di Leandro Giribaldi Pinocchio, il pescecane e il mare all’Osmannoro (1995), e del film Pinocchio di Giulio Antamoro (1911).
Intervengono: Eugenio Giani (Presidente del Consiglio Comunale di Firenze), Federico Pierotti (Università di Firenze) e Leandro Giribaldi (regista). Ingresso libero.
– Il documentario di Leandro Giribaldi, Pinocchio, il pescecane e il mare all’Osmannoro, mette in risalto tutti i luoghi di Firenze e dintorni che sono entrati a far parte della fiaba più famosa al mondo. “Tra verità storiche e leggende popolari – scrive il regista a proposito del suo documentario – alcune testimonianze ricostruiscono la storia di Pinocchio e di Geppetto, della Fata e del Paese dei Balocchi, ambientando le avventure del burattino nella piana tra Firenze, Peretola e Sesto Fiorentino, attribuendo l’identità di persone realmente esistite ad alcuni personaggi del capolavoro di Carlo Lorenzini detto Collodi. Non tutti sanno ad esempio che il Paese dei Balocchi era la fiera di Sesto, che l’Osteria del Gambero Rosso si trovava in fondo al vialone della Villa Reale di Castello, che Giovanna Ragionieri era la fatina dai capelli turchini, che tra Peretola e l’Osmannoro c’era il mare dove nuotava un terribile Pesce-cane… Verità o leggende?” Di sicuro sappiamo che Lorenzini visse sempre a Firenze e abitò per qualche tempo a Castello, presso il fratello Paolo direttore della Ginori di Doccia, che conosceva bene questi luoghi e che aveva una mente fervida e bizzarra. I racconti tratti dalle interviste riassumono un clima fantasioso e popolare, popolato di strani personaggi, il più delle volte poveri in canna, che restituiscono il clima e lo spirito collodiano, con una dote fondamentale e tipicamente toscana: l’ironia.
Il film muto di Giulio Antamoro, Pinocchio, del 1911, è stato ritrovato nel 1994 in un angolo dimenticato della Cineteca di Milano, diretta – ironia della sorte – da Gianni Comencini, fratello del regista Luigi Comencini che ha firmato il famoso Pinocchio televisivo degli anni ’70.
Nei panni del burattino il comico francese Guillaume, in arte Polidor, l’indimenticabile clown, con tromba e palloncini, della sequenza del tabarin nel La Dolce vita di Fellini. Nel film Polidor si muove a scatti, ammicca, ma entra anche lui nel ventre della balena come nella favola di Collodi. Un’occasione rara di vedere un film riportato nelle enciclopedie di storia del cinema e che per molto tempo era stato considerato introvabile.