Sion Sono, a Venezia 67 con il suo ultimo Cold Fish (di cui anticipiamo alcune cose da questa parte) sta già finendo di girare il prossimo, Lords of Chaos, ispirato alle ricerche di Michael Moynihan sulla scena Black Metal Norvegese dei primi ’90; le locations sono quelle esplorate da Moynihan e in fase di scrittura Sono si è fatto aiutare da un musicista sperimentale del calibro di Hans Fjellestad (con lo pseudonimo di “33” ha collaborato con The Album Leaf, Lee Ranaldo, Nels Cline, Jello Biafra, Pauline Oliveros, Pamelia Kurstin, KK Null e moltissimi altri). Sono dovrebbe ripercorrere alcuni degli eventi più brutali raccontati dal giornalista Americano che tra il 90 e il 93 hanno tinto di rosso la norvegia con chiese bruciate, satanismi e il massacro del chitarrista dei Mayhem Øystein Aarseth per mano di Varg Vikernes ovvero, Burzum; lo sfogo dei “puristi” in rete si è già fatto sentire, senza ovviamente considerare con chi sta lavorando il regista Giapponese, e soprattutto, quale sia la qualità dei suoi precedenti lavori. Lords of Chaos, almeno sulla carta, non ci sembra affatto lontano dagli interessi di Sion Sono nella sua versione estrema di un “cinema di poesia” che maciulla cultura popolare, sperimentazione, follia e orrore; anzi, il titolo dell’epopea dedicata alla scena più controversa e aliena della musica occidentale ben si adatta a raccontarci qualcosa del suo cinema.