Sylvain George, poeta e regista francese, dopo gli studi in filosofia si è dedicato alla regia realizzando alcuni film poetici, politici e sperimentali, sul tema dell’immigrazione e sui movimenti sociali. Il suo lavoro, che si ispira tanto al pensiero del filosofo Walter Benjamin quanto alla musica free jazz, punk e noise è all’insegna dell’idea di emancipazione, e combina la ricerca formale con l’impegno politico attivo. Vers Madrid viene presentato all’interno della sezione TFFDOC / DOCUMENTI caratterizzata quest’anno dalla forte impronta politica: dopo aver raccontato le rivolte moscovite presentate in Winter Go Away e la visione in 3D di Occupy Wall Street proposta da Ken Jacobs in Blankets for Indians, soffermarsi sulle recenti rivolte spagnole è stato un passo naturale e doveroso. Il movimento degli indignados, noto come 15M, rappresenta un fenomeno unico per i nostri giorni: una corrente trasversale, trans nazionale e trans storica, che ha riportato in auge concetti e idee che sembravano dimenticati. Un cinegiornale d’epoca aggiornato agli anni delle crisi internazionale, in cui risuonano le voci, gli slogan e i cori dei manifestanti, in cui l’unica soluzione al crollo dell’economia spagnola appare la lotta di classe. “Il bianco e nero o la slowmotion per me sono sistemi per tentare una decostruzione della rappresentazione dominante della realtà. In più il bianco e nero è comunemente associato a un’idea di vecchio, di immagini antiche mentre io lo utilizzo per raccontare una contemporaneità estrema. Allo stesso tempo voglio però suggerire una connessione con il passato che susciti una riflessione importante: si pensa spesso che oggi sia meglio di ieri e domani sarà meglio di oggi ma non è affatto vero. Il bianco e nero quindi rappresenta per me anche un modo per distruggere questa concezione lineare del tempo e il mito del progresso. Voglio proporre una concezione del tempo differente”. Sylvain George