In fondo nel glissare di Joachim Trier durante l’intervista rilasciata a Sofia Bonicalzi per Indie-eye dove gli veniva domandato un parere sul cugino, emerge una situazione molto più complessa di quello che il circo mediatico vorrebbe diffondere. Tant’è, il marketing personale di Lars, tra simulazione e depressione, è sicuramente sottoposto ad una coazione a ripetere; e dopo le confusionarie dichiarazioni durante lo scorso festival di Cannes dove si trovava a presentare il suo ultimo Melancholia, e le conseguenti reazioni di Teodora Film nei confronti del regista Danese, a cui sono seguite le scuse del regista non appena rientrato in patria, era necessario un nuovo capitolo e una riappropriazione della propria identità mutante. A GQ magazine di questo meso Trier ha raccontato di non esser affatto dispiaciuto per quello che ha detto, che le sue scuse sono state in parte forzate e quindi assolutamente insincere; Trier ha voluto specificare che il dispiacersi sarebbe come andare contro la sua stessa natura. Quello che gli dispiace veramente è che non sia arrivato in modo forte e chiaro il fatto che in quel momento stesse scherzando; ma non può ritenersi dispiaciuto di aver scherzato.