Serata inaugurale dell’undicesima edizione del River to River Florence Indian Film Festival al Cinema Odeon di Firenze presentata da Selvaggia Velo, direttrice del Festival, che ringraziando tutti gli ospiti venuti dall’India e dal Pakistan ha chiamato sul palco accanto a se Debabrata Saha, ambasciatore indiano in Italia e Cristina Scaletti assessore alla cultura della Regione Toscana .
«Questo è il secondo anno che assisto al River to River e la cosa che mi rende più felice è che il Pakistan sia rappresentato da uno straordinario film come Bol (Speak) che verrà proiettato domani sera. Il mio ringraziamento va poi a Selvaggia e al suo impegno nel proporre film che vadano oltre l’orizzonte di Bollywood, che rimane la realtà del nostro cinema più conosciuta all’estero, facendo scoprire una cinematografia diversa. Considero questo un grande segno di amicizia.»
L’ambasciatore, che ha ricevuto dalle mani dell’assessore Scaletti un omaggio da parte di tutta la Giunta, ha proseguito:
«Quest’anno inoltre i 150 anni dell’Unità d’Italia coincidono che i 150 anni dalla nascita di Rabindranath Tagore e il vedere nel programma film e dibattiti in un focus dedicato alla sua opera e al suo messaggio mi riempie di gioia. Il cinema è un mezzo importantissimo attraverso cui diffondere la cultura di un paese e gli effetti si riscontrano anche nel buisness; a questo proposito sono lieto di constatare che quest’anno molti più sponsor supportano l’evento.»
Chaplin (2011) di Anindo Bandopadhyay, il film d’apertura del River to River Florence Indian Film Festival, racconta la storia di Bangshi Das (Rudranil Ghosh) un artista che vive nei bassifondi di Calcutta con il figlioletto (Master Sohom). L’uomo riesce a malapena a tirare avanti esibendosi nelle sue imitazioni degli sketch di Charlie Chaplin a feste di compleanno ed eventi, sognando però l’occasione per un riscatto e per un riconoscimento della sua bravura. Per Bangshi, il cui unico desiderio è far divertire gli altri e soprattutto il figlio Niuma, l’opportunità arriva con le audizioni per un talent show, ma proprio quando finalmente gli sforzi per emergere vengono premiati il destino lo sottopone ad una prova durissima.
Chaplin propone l’ottima intenzione di una rivisitazione, attraverso una favola moderna ambientata nei quartieri più poveri di Calcutta, di un’icona della cultura occidentale come Charlie Chaplin inserita nel contesto più tipico ma anche più straniante del nostro tempo, il reality show. Avvalendosi delle straordinarie interpretazione di Rudranil Ghosh, apprezzato attore di teatro che disegna il toccante ritratto di una maschera in costante bilico tra tragedia e farsa, e del piccolo Master Sohom, Anindo Bandopadhyay al suo debutto nel cinema dopo aver esordito nella direzione di serial a tematica sentimentale per la tv indiana, riesce a far vivere suggestioni che ricordano davvero la coppia Charlie Chaplin\Jackie Cogan in un film sentimentale, tenero e a tratti straziante che suo malgrado pecca però di un eccessivo patetismo.
Rudranil Ghosh presente alla proiezione, insieme al produttore di Chaplin Purnendu Roy, ha raccontato in un incontro col pubblico il suo approccio al personaggi di Bangshi: «Charlie Chaplin è un esempio da seguire per qualsiasi attore e il mio lavoro è stato doppiamente difficile perché ho dovuto interpretare un uomo che a sua volta interpreta Chaplin; ho cercato quindi di camminare in mezzo a questi 2 personaggi sforzandosi non di imitare Chaplin, ma piuttosto di interpretare Bangshi Gosh. Oltre alle indicazioni del mio regista tutto è stato possibile grazie al mio formidabile piccolo co-protagonista; è stata davvero una fortuna poterlo avere a fianco perché è un attore fantastico che mi ha insegnato molto. Abbiamo girato senza un vero e proprio copione quindi gran parte dell’azione rimaneva legata all’improvvisazione e prima di ogni ciak era proprio lui ha darmi l’ispirazione per le nostre gag.»