martedì, Dicembre 3, 2024

Cyrano di Joe Wright: recensione

Joe Wright si serve dei fratelli Desser per il suo Cyrano. Ma il musical è come inceppato, proprio a causa del tiepido contributo dei The National. L'interazione tra canzone e racconto non decolla e rimane sullo sfondo. In sala dal 3 Marzo

Joe Wright mette in scena Rostand coinvolgendo l’alt rock band statunitense The National per le musiche. Il regista inglese, autore di una bella versione di Orgoglio e Pregiudizio e capace di reinventare i classici con un approccio contaminato e sopra le righe, mantiene solo in parte le promesse, soprattutto per quanto riguarda l’interazione con l’elemento musicale, centrale in un film che dovrebbe creare mondi percorribili attraverso la forza generatrice della forma canzone.

Senza mezzi termini, il lavoro dei The National per questo musical è davvero deludente, Matt Berninger e Carin Besser non riescono a dare forma alla complessa mappa emotiva dei personaggi, le parole che compongono i loro testi diventano interruzioni inopportune, i tasselli che costituiscono ogni fase del rapporto amoroso si sfilacciano anche se gli attori fanno di tutto per restare credibili. La musica affidata a Bryce e Aaron Dessner resta confinata in uno spazio rarefatto, senza lasciare traccia, nessuno stile distintivo, nessun guizzo o affermazione di identità. Trascurabile, al contrario di quanto accade in C’mon C’mon, il film di Mike Mills a cui i due fratelli hanno collaborato per le musiche e dove il mondo sonoro esplode attorno ai personaggi.

La sceneggiatura di Erica Schmidt è perfetta per mettere in risalto le doti del marito; Peter Dinklage, in questo film è davvero eccezionale, un cinico e abile spadaccino che con il suo sguardo profondo e caustico trasmette l’alienazione straziante provata da Cyrano ma anche l’ardente e profondo desiderio per Roxanne.

La storia che ci racconta Edmond Rostand non è altro che la tragedia di un uomo orgoglioso sminuito dalla sua stessa insicurezza ed è proprio in questa costante lotta per sfuggire all’atonalità dei suoi pensieri che la performance di Dinklage è toccante.

Roxanne definisce se stessa fin dall’inizio, dichiarando apertamente di non essere la moglie e la donna di nessuno, non è solo l’oggetto del desiderio conteso, ma una donna indipendente, caparbia che sa ciò che vuole o almeno pensa di saperlo. Haley Bennett è straordinaria in quel suo modo gioioso di abbandonarsi all’amore, determinata in quell’ossessionante ricerca della felicità che la spinge a vedere il sole nell’oscurità.

La scelta di Wright di girare l’intero film in Sicilia è incredibilmente astuta e il risultato visivo è sorprendente, il regista riesce a immergere lo spettatore nel passato, in una dimensione fiabesca e letteraria, lasciando il nostro sguardo vagare per i vicoli affollati, per le scale imponenti di enormi palazzi e finalmente sulle pendici di un Etna quasi irriconoscibile e completamente innevato.

Ma là fuori i cuori stanno venendo meno comunque, la colpa forse è aver reso questo potente poema un musical, lasciandoci senza un’intensissima e straziante melodia.

Cyrano di Joe Wright (Gran Bretagna, Italia, Canada, USA 2021, 124 min)
Interpreti: Haley Bennett, Ben Mendelsohn, Peter Dinklage, Kelvin Harrison Jr., Bashir Salahuddin, Scott Folan, Sam Amidon
Sceneggiatura: Erica Schmidt
Fotografia: Seamus McGarvey
Montaggio: Valerio Bonelli
Costumi: Massimo Cantini Parrini

Francesca Fazioli
Francesca Fazioli
Laureata nelle discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ha frequentato un Master in Critica Giornalistica all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico e una serie di laboratori tra cui quello di scrittura cinematografica tenuto da Francesco Niccolini e Giampaolo Simi. Oltre che con indie-eye ha collaborato e/o collabora scrivendo di Cinema e Spettacolo per le riviste Fox Life, Zero Edizioni, OUTsiders Webzine

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