martedì, Novembre 5, 2024

David Bowie: The Shadow Man, il corto d’animazione di Alice Rovai e Rita Rocca: la recensione

Shadow man è uno dei brani “recuperati” dall’archivio delle composizioni bowiane che per ragioni diverse non hanno visto la luce. Una prima versione viene registrata poco dopo la pubblicazione di Hunky Dory e prima che il concept di Ziggy Stardust venisse compiutamente formulato. In questa fase di passaggio, le session includevano alcuni brani scartati dagli Arnold Corns, i rifacimenti di “Holy Holy” e “The Supermen“, alcune cover (Jacques Brel, Biff Rose, Chuck Berry) e due nuovi brani a tutt’oggi mai usciti dallo scrigno: “It’s gonna rain again” e “Only one paper left“.
Sono scarse e discordanti le informazioni che riguardano Shadow Man, ma la registrazione del brano si sarebbe verificata tra il 14 settembre del 1971 e il mese successivo durante le session ai Trident Studios, come riportano le note interne al booklet dell’edizione Rykodisk di Ziggy Stardust.
La versione 1971 viene inclusa in alcuni bootleg che documentano parte delle session (usualmente insieme a brani come Looking For A Friend, How Lucky You, Lightning Frightening, etc…), ma non vede mai la luce ufficialmente, neanche tra le bonus tracks delle versioni remastered degli anni novanta, che da quelle session attingono a piene mani.
Il destino di “Shadow man” continua ad essere travagliato quando Bowie registra una nuova versione nel 2000 per l’album incompiuto “Toy”, ma rivede la luce in forma finalmente ufficiale due anni dopo come b-side di alcuni singoli del periodo “Heathen”, oltre ad essere inclusa nella raccolta definitiva bowiana, Nothing Has Changed.

Se si ascolta con attenzione la versione del 1971, emerge l’influenza più evidente legata al songwriting di Neil Young, un’onestà che fa il paio con le liriche, dove i temi del doppio, dell’inconscio, dello sguardo Nietzschiano dentro l’abisso, ma sopratutto, dello svuotamento dell’io di fronte alla pienezza dell’origine, vengono trattati con una chiarezza forse fuori posto per ciò che sarebbe stata l’anima apolide e “possibile” di Ziggy Stardust, tra “mondo” ed esperienza fuori dal mondo.

Riletto adesso, alla luce dell’ultimo stadio di meditazione sulla morte nel lungo percorso artistico bowiano, “Shadow Man” contiene una forza inedita e illuminata:

But the Shadow Man is really you
Look in his eyes and see your reflection
Look to the stars and see his eyes
He`ll show you tomorrow, he`ll show you the sorrows

Partendo da queste suggestioni, ma senza confinarle in un’ingessata ricerca filologica, Rita Rocca e Alice Rovai hanno realizzato il corto d’animazione dedicato a David Bowie intitolato “The Shadow Man”. Sono sei minuti d’animazione dove gli splendidi disegni della Rovai prendono vita nel flusso narrativo ideato dalla Rocca, utilizzando il mash-up sonoro creato da Jerry T. Jones per combinare il repertorio bowiano a partire dalla title track.
Ne viene fuori un ibrido tra narrazione e videoclip, segno di una mutazione del linguaggio che sta generando nuovi formati a cavallo tra cinema e comunicazione per il web, video musica e video poesia.
In questo senso “The Shadow Man” è una piccola opera di poesia che utilizza sapientemente il linguaggio transmediale per trasformare lo spazio limitato della graphic novel in un saggio di arte combinatoria, dove l’elemento poetico emerge nella risonanza tra i linguaggi in gioco.
Tra stop motion e gli interventi morphing curati da Virginia Arati, il corto condensa numerosi elementi legati al percorso artistico bowiano, dall’amore per la fantascienza fino alla visione “goethiana” di Lazarus. Più di un tributo ci è sembrato un bel saggio biografico stimolante e trasversale, elaborato attraverso quel rapporto di scambio tra suono, canzone e arte visuale; in sei minuti riesce a raccontare molto di più di qualsiasi biografia copia e incolla, piaga che dopo la morte di Bowie, sta affliggendo l’editoria non solo italiana.
Sei mesi di lavoro, disegnato completamente a mano, nasce dal talento della ventenne fiorentina Alice Rovai che incontra lo storytelling di Rita Rocca. Insieme realizzano un oggetto d’animazione che sceglie come dicevamo il percorso della visione e della condensazione onirica, invece di cedere a qualsiasi tentazione didascalica.

Il desiderio di Rita Rocca, giornalista e filmaker, era quello di rendere eterno Bowie: “volevo esorcizzare il dolore che ha colpito tutti i fan alla sua scomparsa”, proprio per questo la scrittura mette in sovrimpressione la dimensione soggettiva con quella legata alla conoscenza storica del personaggio.

Il corto è parte del progetto collettivo Bowienext, di cui la Rocca è promotrice, dove si chiedeva a tutti i fan di partecipare alla realizzazione di un film collettivo dalle ambizioni internazionali, inviando materiale originale.

The Shadow man è stato selezionato tra i 42 finalisti della XVI edizione del Festival Internazionale del Cinema d’Arte di Milano e  proiettato in prima nazionale il 12 ottobre. Oltre a questa vetrina ha fatto parte della selezione ufficiale RIFF Award 2017 XVI edition e del Rome Indipendent Film Festival. Gli auguriamo di circolare il più possibile.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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